L’arte riesce ad esser tale quando diventa mezzo di
comunicazione. Quando scardina i ragazzi dalle sedie, dal buio delle camerette
illuminate dai pc, e li porta a tirare fuori di casa il meglio di loro.
Ci stanno provando da anni, presso la Fondazione Santi Medici, i ragazzi del
progetto “School Cup” capeggiati dal
responsabile Piero Carbone.
Sono stati trentacinque i ragazzi (tra cui dieci
diversamente abili), dai 14 ai 25 anni,
ed alcuni adulti che quest’anno hanno rincorso il sogno della recitazione: «È uno strumento educativo e di integrazione
anche per le famiglie che – ci dice il
responsabile – trovano un punto di
riferimento tornando a “giocare”. Abbiamo
avuto il supporto anche del centro Jobel
di Trani dove replicheremo lo spettacolo e siamo in attesa di una risposta
per la Bitonto estate».
Il progetto si è concluso la scorsa settimana presso l’Auditorium
“Degennaro” alla presenza dei 14 Istituti scolastici coinvolti (anche
da Palo del Colle): strutture pubbliche e private che hanno coinvolto ben 1500 studenti e 50 docenti.
Gli spunti sono stati molteplici per i ragazzi sono che
hanno avuto modo di sperimentare attività sportive, grazie alla società
coinvolte, teatrali, grazie al team di “Fatti
d’Arte”, ed educative grazie alla lettura e all’approfondimento con il
coinvolgimento della libreria Hamelin.
Il tema di quest’anno è stato incentrato sul gioco d’azzardo
e a spiegarne i dettagli è stato uno dei responsabili della Fondazione, Emanuele Abbatantuono.
«Il
consumo del gioco d’azzardo avviene soprattutto tra pensionati, anziani, classi
sociali medio basse, giovani: si
sostituisce la ricerca del lavoro con quella della fortuna. Il CNR di Pisa dice che 19 milioni di persone hanno giocato almeno una volta (1/3 della
popolazione italiana); 800 mila sono
le persone dipendenti dal gioco; sono 54
le slot machine presenti a Bari in 1300
esercizi commerciali e 640 i centri scommesse».
Uno sguardo, poi, a Bitonto: «Su un campione di 230 studenti (13-16 anni) – specifica Abbatantuono
– meno del 50% (115) ha praticato gioco
d’azzardo per 2/3 volte al mese; l’89% ha giocato 10€ a settimana, il 7% fino a
30€. Lo sport e il teatro sono mezzi
per educare e si contrappongono al
ripiegamento su se stesso del ragazzo. Steve Jobs diceva “Siate affamati, siate folli, perché solo coloro che sono abbastanza folli da
pensare di poter cambiare il mondo lo cambiano davvero”: scommettete sulla
vostra vita, sul vostro futuro».
Presente durante la serata anche la presidente della
Casa Alloggio per malati di AIDS (presente sul territorio dal 1999), Fiorella Falcone: sono stati 5 i
ragazzi della residenza a partecipare al progetto con un piccolo brano di meta
teatro tratto da “Sogno di una notte di mezza estate”, guidati da Mariantonia Capriglione.
Spazio, infine, all’ “4ML3T0” – rivisitazione dell’opera shakespeariana “Amleto” –: “Si può scoprire più di una persona in un’ora
di gioco che in un anno di conversazione”, diceva Platone, ed è stato proprio questo l’intento del regista Raffaele Romita.
«Abbiamo
ridotto l’opera e – ci
ha spiegato Romita – l’abbiamo sviluppata
sulla tematica della ludopatia. Scenicamente è ricca di dettagli e i ragazzi hanno
fatto delle loro improvvisazioni».
Il laboratorio teatrale “Icaro 2.0” ha destinato i suoi
obiettivi per la creazione di uno spazio fisico e sociale in cui il gioco è
stato riscoperto nel suo significato più arcaico di attività svolta spontaneamente
senza un fine o un obiettivo, ma solo per sano divertimento.
Particolare il tratto distintivo del regista che nelle
sue trasposizioni teatrali riesce a far dare il meglio dagli attori,
attualizzando le opere di Shakespeare con abiti moderni, mescolandoli alla
musica pop e sfruttando espressioni e gestualità.
Bravi tutti i ragazzi che citiamo assieme al ruolo che
hanno interpretato.
Claudio: Massimo Roncone
Gertrude: Giorgia Aduasio
Amleto: Vincenzo Berardi
Laerte: Vincenzo Rutigliano
Ofelia: Angela Rapio
Rosencrantz: Thomas De Pinto
Guildenstern: Lorenzo Palmieri
Primo attore e becchino: Daphne Gasparre
Attori e Becchini: Francesca Campione, Giorgia Pia
Schiraldi (anche nei panni di Marcello), Francesco Maggio
Orazio: Pasquale Ricci, Francesca Campione
Polonio: Nicola Prisciandaro
Polonia e Messaggero: Rita Abbattista
Bernardo: Cosimo Maggio
Aiuto Regia: Lorenzo Abbatantuono, Danilo Gesuito,
Annamaria Gennari