La
stranezza di un Paese, quale è l’Italia, da sempre fonte di mille
contraddizioni.
C’è
chi da un lato, la Rai, la televisione pubblica che si finanzia
(anche) con il canone, ospita Giuseppe Salvatore Riina, il figlio del
Capo dei Capi di Cosa Nostra, consentendogli di presentare il suo
libro “Riina,
Family life” (Edizioni
Anordest), c’è chi dall’altro non vuole avere niente a che fare,
avvisando i lettori che quel volume proprio non lo venderà.
Succede
a Bitonto.
Ieri
sera, infatti, fuori alle librerie cittadine, non si faceva fatica ad
accorgersi di un avviso semplice ma al tempo stesso efficace: “In
questa libreria non si ordina e non si vende il libro di Salvo
Riina”.
L’azione,
così forte, è stata sollecitata in prima battuta da una giovane
libraia di Catania, Angela Sciacca che, oltre ad affiggere il
cartello fuori dalla sua attività, ha invitato tutti i suoi colleghi
sparsi per lo Stivale a seguire il suo “esempio”.
L’invito,
in realtà, è arrivato anche dal sindaco Michele Abbaticchio,attraverso un post su Facebook. “Mi
permetto di proporre a tutte le librerie della nostra città(peraltro
gestite da amici molto sensibili a certe tematiche) di aderire
all’invito a non acquistare o vendere il libro di Riina.
Non
certo gli cambierà la vita, non sarà sicuramente un atto
sufficiente a promuovere la cultura della legalità, ma almeno
cominciamo a coordinare la nostra offerta formativa e letteraria
territoriale tra il pubblico (Biblioteca comunale) e privato”.
Anche
la città dell’olio, allora, dice no al libro del figlio del boss di
Corleone.
Resta
un dubbio, però: perché non ha adottato comportamenti così
perentori nel recente passato con personaggi che addirittura hanno
ammazzato un figlio della nostra terra?