Francesca Ricciardi detta da tutti Cekka era (ed è) uno scricciolo con l’argento vivo addosso.
Aveva talenti scintillanti in fondo all’anima, che andavano soltanto dissotterrati e mostrati al cielo.
Forse, questo dovrebbe essere il compito precipuo della scuola, prima ancora che frantumarsi in progetti millanta spesso inutili.
Donare ai ragazzi la lanterna necessaria per calarsi dentro di sé e cercare, in qualche angolo recondito, il proprio destino.
Ho avuto la ventura d’essere docente della piccola Francesca – era, obiettivamente, in una classe di simpaticissimi e un poco filibustieri matti, ma dal cuore grande così – e la ricordo sempre pronta a battagliare su ogni argomento.
Era libera e determinata come pochi.
Nulla la piegava. E se qualcuno provava a contestarla, lei d’urgenza gli rendeva la pariglia.
Quante avventure ha vissuto, roba da far impallidire Ulisse o giù di lì.
Ma qual era, dunque, la sorte benedetta di questa pertinace donna in miniatura?
E’ presto detto.
In questi giorni è uscito il suo primo ep (extended play, un’opera a mezza via tra un lp ed un cd e può contenere fino a quattro pezzi) dal titolo “Passo e chiudo” (https://www.youtube.com/watch?v=084BfOkfrxU) registrato a cura della Just Music Production, Raptor recordz e Jss Matt Fondation.
Pezzo tosto e accattivante, hip hop impavido e rappato con decisione, immagini dal centro storico.
Il testo – labirinto di parole che catturano – racconta alla perfezione il carattere dell’artista esordiente: grande voglia di vivere un’esistenza piena di tutto, ma mai un compromesso da accettare.
Ad maiora, dunque, immensa Cekka.
E voi, lettori, cliccate pure. Se amate il genere (ma anche in caso contrario), non vi deluderà…