La pioggia ad intermittenza della sera non ha fermato fedeli, curiosi e bitontini affezionati alla tradizione de “re sebbùlche”.
Una delle principali ricorrenze durante la Settimana santa, infatti, è quella della visita ai sepolcri che anche quest’anno sono allestiti nelle chiese del centro storico di Bitonto.
Ieri sera, tra le iniziative c’è stato anche un evento poetico organizzato dal Cenacolo dei poeti di Nicola Abbondanza accompagnato dalla grazia recitativa dei “Fatti d’Arte” presso la chiesa di San Leucio vecchio.
I nostri avi, stanotte, intonavano un’antica laude
“E mò vèine u Venerdìa Sànde,
e Marìe se mètte u mànde.
Nàn avèva che ce scìe
Sòla sòle se ne partìe”.
E continua il racconto della Vergine che gira per le strade della città in cerca del figlio “mùrte a trèndatrè jànne, sòp’àlla Cròce fu pertàte”.
Ebbene, è proprio in queste ore che per le nostre vie si rappresenta una tradizione secolare che a Bitonto si ripete dal 1714 (ricorre il trecentesimo compleanno) grazie alla dedizione dell’Arciconfraternita del SS. Rosario.
Alle cinque di questa mattina, con il freddo che tagliava il volto ed il cielo che dolce rischiarava, sono partiti dalla chiesa di S. Domenico i misteri che rappresentano le fasi salienti della Passione di Cristo: Gesù nell’orto, Gesù alla colonna, Ecce homo, Gesù con la croce, il Calvario,Pietà,Cristo deposto e la Madonna Addolorata circondata da 110 candele poste in duplice fila intorno alla base.
Fu l’artista andriese Gaetano Frisardi a realizzare le statue lignee dei Misteri Dolorosi, nel lontano Settecento.
Fu lui a realizzare il bozzetto per la creazione della “Culla” su disegno di Francesco Spinelli, compiuta, poi, nel 1896 dall’intagliatore Domenico Minardi. §
Nel 1721, poi, furono aggiunte il Cristo Morto e l’Addolorata e dal 2007 sfila anche la Pietà, che ritrae l’incontro sul Calvario tra il Figlio e la Madre e ricomprende la statua di San Giovanni.
Le statue percorrono a passo lento tutto il centro storico e vengono accompagnate dalla presenza delle confraternite che insistono nella stessa parrocchia, San Giovanni Evangelista, Santa Rita da Cascia, Sant’Antonio da Padova, SS. Crocifisso e, da Corso Vittorio Emanuele, l’Arciconfraternita Santa Maria del Suffragio e del Santissimo Rosario.
Le bande musicali cittadine, suonano le marce funebri dei maestri Pasquale La Rotella, Davide Delle Cese, Michele Carelli e Biagio Abbate, e preceduti da un suonatore di pifferi che apre la processione.
Alle 9,30 circa su corso Vittorio Emanuele ha il via la caratteristica “meditazione sui Misteri” mentre le immagini vengono collocate davanti a Palazzo Gentile.
Questa sera, invece, andrà in scena la processione curata dell’Arciconfraternita di Santa Maria del Suffragio: la cosidddetta “processione di gala” che parte, invece, dal Purgatorio.
La sfilata contempla le statue della Vergine Addolorata, contornata dalle sue numerose candele, e del Cristo Morto, il Legno Santo e una copia del 1646 della Sacra Sindone (le altre due copie sono custodite a Bologna e Fabriano).
Il Legno Santo è custodito nel Trofeo floreale, che ogni anno cambia tema, all’interno di una Croce di argento e cristallo. La tradizione ricorda due schegge del Sacro Legno della Croce, una delle tre parti (le altre due si troverebbero a Roma e a Gerusalemme) in cui era stata divisa la santa croce che, secondo la tradizione, Elena, madre dell’imperatore Costantino, era riuscita a prelevare a Gerusalemme. Queste schegge furono donate dall’arcivescovo di Siponto e Manfredonia nel 1711 e sono racchiuse da una grande croce d’argento e cristallo.
Fa parte del corteo anche la ‘nacha‘ del Cristo Morto, un prezioso fercolo di fine Ottocento decorato in oro zecchino che ricorda la Naca di Catanzaro.
La culla bitontina fu realizzata a Napoli nel 1880 da Raffaele Vitolo in legno intarsiato rosso adornato di putti e fiori dorati che sorreggono la statua del Cristo morto.
I portatori non vogliono che Cristo soffra ancora e tornano nella chiesa solo nelle prime ore della notte di sabato, giorno di afflizione.