A descrivere un quadro si comincia sempre dalla figura
principale, invertiamo per un momento le tradizioni cominciando dalla cornice.
E’ nell’atrio incantato della millenaria Cattedrale di
Bitonto, tra le pietre bianche e pullulanti di storia, i volti stupiti e
meravigliati da tanta bellezza, che, lo scorso giovedì 26 giugno, si è esibita l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari.
Sorta nel 1968,
grazie alla sensibilità del prof.
Vitantonio Barbanente, l’Orchestra inaugura la sua attività con la direzione
di Gabriele Ferro – allora giovane
docente al Conservatorio di Bari diretto da Nino Rota -.
Tre anni dopo, riconosciuta dal Ministero dello
Spettacolo come “formazione di interesse
nazionale”, inizia il suo cammino di Istituzione
Concertistica Orchestrale (ICO).
Sin
dalla nascita svolge un’attività concertistica con il Teatro Petruzzelli, in
occasione delle stagioni liriche tradizionali.
La direzione artistica quest’anno è stata affidata a Marco Renzi e al coordinatore artistico Maurilio Manca.
La serata bitontina, però, è stata impreziosita da due
figure importanti per il panorama musicale italiano.
Parliamo di Roberto
Molinelli, direttore d’orchestra, compositore e violinista anconetano, con
un curriculum di tutto rispetto.
Noto per essersi esibito nei teatri più importanti di
Italia, aver collaborato con molti artisti della popular music – una sua composizione originale è stata scelta per la
campagna pubblicitaria Barilla (in onda dal 1999 al 2006) – aver arrangiato e
diretto l’Orchestra RAI del Festival di Sanremo nel 2005 e nel 2009, l’artista
italiano ha deliziato i bitontini con le sue elaborazioni e composizioni.
Il tocco di magia è stato lasciato al sassofonista Gaetano di Bacco con la Rapsodie Mauresque del maestro Claude Debussy.
La rapsodia è stata composta dal sassofonista Debussy
nel 1903 in seguito ad una commissione che non riusciva ad essere felice di
scriverla: «Il sassofono è un animale ad
ancia, di cui le abitudini mi sono poco familiari. Amerà la romantica dolcezza
del clarinetto, o piuttosto la cruda ironia del sarrussofono? Farò mormorare le
sue frasi malinconiche al di sotto dei rulli di tamburi militari».
Il solista Di Bacco ha lavorato sul manoscritto
depositato a Boston nella New England
Library, affidando al sassofono una parte più importante.
Gaetano Di Bacco, tra i più attivi sassofonisti
italiani, ha realizzato una rilevante attività concertistica con più di 1600
concerti tra Europa, Asia, Medio Oriente e America, inciso 13 compact disc
oltre a numerose registrazioni per i maggiori enti radiotelevisivi di tutto il
mondo, noto per aver riscoperto tutta la produzione per sassofoni del XIX
secolo.
Del maestro Molinelli la composizione finale “One4Two” che ha visto l’apice della sinfonia tra sassofono, Orchestra e maestria del
direttore.
L’opera scritta nel 2013, su commissione di Gaetano di
Bacco, prevede che il solista suoni due sassofoni (contralto e soprano)
alternativamente che fondano i due temi principali affidati al pezzo unico.
Di pregiata elaborazione è stato il tributo al
compositore Nino Rota. E parlando di
Rota come si potrebbe prescindere dalle meravigliose composizioni per il cinema
e i film felliniani? La trafila musicale in Cattedrale è cominciata da “La
Strada”, passando per “Amarcord”, “Otto e mezzo” terminando la cavalcata dei capolavori di Federico Fellini – di cui Rota fu una
sorta di alter ego – con “I
clowns”. Completa la suite musicale il tema da “Il Padrino” film nato da
Francis Ford Coppola.
Ogni colpo d’arco sui dolci violini un soffio di vento
sui volti dei bitontini che hanno gremito la platea desiderosi di buona musica.
Ora l’Orchestra della Provincia attende l’8 luglio per
conoscere il suo destino, forse a breve la chiameremo con un nome che ci
riguarderà un po’ di più come “Orchestra metropolitana”…
Staremo ad ascoltare con piacere.