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Home » L’Elzeviro. Parte3/Ma perché in uno Stato laico è così ingombrante la presenza della Chiesa?

L’Elzeviro. Parte3/Ma perché in uno Stato laico è così ingombrante la presenza della Chiesa?

Tutti i mali della nostra contemporaneità nascono dalla Costituzione dell'Italiettina

Gaetano Avena by Gaetano Avena
14 Ottobre 2015
in Cultura e Spettacolo
L’Elzeviro. Parte3/Ma perché in uno Stato laico è così ingombrante la presenza della Chiesa?
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Qual è,
dunque, l’evento che ha suscitato la giusta,”sed” tardivissima reazione del
deputato (se è “onorevole”, lo saprà lui e la sua coscienza) del “sel”, nicola
fratoianni?
Leggiamo dalla “Gazzetta del Mezzogiorno”: “Sta suscitando
polemiche in Puglia la decisione della preside del Liceo Salvemini di Bari di
anticipare alle 11,45 la fine delle lezioni per consentire a chi lo voglia di
partecipare a una messa che sarà celebrata nell’auditorium della scuola
”.

La Gazzetta del Mezzogiorno
continua a raccontarci: ”Che fine fanno la laicità e la Costituzione? –
chiede in una nota fratoianni – ‘la dirigente dice che non viene violata
alcuna norma, in realtà non è così, e la dirigente lo sa bene o dovrebbe
saperlo…
’ ”.

Solo nella scuola, o deputato fratoianni, viene violata la
laicità dello stato italiettino?
Nella “rai” no ? Le ore di trasmissione di
“odore” cattolico il sabato pomeriggio, la domenica mattina su “rai 1”, se l’è scordate?

E i viaggi
del papa, tanti e senza profitto, chi li segue televisivamente?
A proposito, o
fratoianni, ché non produce un’interrogazione parlamentare ché, finalmente, si
sappia chi mette a disposizione del papa gli aerei che lo portano, senza frutti
per il Bene e la Giustizia
nel Mondo, a visitare  i potenti della
terra che, tra l’altro, se ne fregano dei suoi appelli, dei suoi moniti, delle
sue minacce? E i privilegi fiscali, di cui il vaticano gode, sulle sue immense
proprietà immobiliari in roma e fuori roma ?

Ché non parlare del sopruso sulla
libera e ordinata circolazione stradale operata da un prete, in combutta con le
autorità senza attributi di un comune innominato e innominabile, che nel giorno
della sua ordinazione episcopale si fece costruire (chi pagò ?) un palco
faraonico che prendeva buona parte di una piazza, strategica in quel paese per
la circolazione automobilistica e non, in più chiusa al traffico per fatti e
motivazioni private, ché la fede di uno o cento o mille o più deve rimanere
nell’ambito della sfera individuale e non può ledere i Diritti, quando non la Sensibilità
Intellettuale di Coloro che hanno diversa fede o non ne hanno
affatto ?

E perché lei e il suo mèntore, il detto niki vendola, giammai, avete
al governo rivolto la preghiera, mettiamola così, di Ripensare la questione,
non degna di un Paese, autenticamente, Civile e Laico del cosiddetto
insegnamento della religione cattolica nelle scuole italiettine di ogni ordine
e grado, che fa della scuola antifascista un “continuum” della scuola fascista?

Quando c’era la lira miliardi in fumo, con l’euro milioni in fumo!

Lei sarà
stato scolarizzato e sa benissimo che l’ora di religione era (lo è ancora)
“relax” per gli studenti o acconcia per ripassare, nell’eventualità di una
interrogazione, i contenuti di Discipline, Visitate  nelle ore successive a quella di religione.

Che dire del “monstrum giuridico” che autorità di uno stato straniero nominano
personale (obbligato a rispondere, precipuamente, ad esse) in una istituzione
dell’italietta, cioè la scuola?

Che dire della stabilizzazione senza concorso
degli insegnanti di religione, quando la costituzione italiana proclama che si
può accedere ad uffici pubblici, solo per concorso? Che dire dei contributi
alle scuole private, quasi tutte clericali, nella completa disattenzione
dell’art. 33, 3° comma che raccomanda: “Enti e privati hanno il diritto di
istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”? Che
dire, infine, delle  festività religiose
a quintali che unite, associate alle tonnellate di festività civili,
continuamente, distraggono dal Lavoro gli adulti e dall’Impegno Scolastico e Universitario  gli adolescenti, e i giovani italiettini, sì
da risultare essi da indagini fatte da diversi istituti demoscopici gli studenti
più sgarrupati d’europa ?

Non solo a bari, o deputato fratoianni, scuola e
clero in consonanza di “ culo e camicia”, ma, anche, in un “borgo selvaggio”.
Il 30 settembre dell’anno in corso, infatti, una scuola primaria ha inaugurato
l’anno scolastico (ovviamente, in quel giorno, come in tanti altri giorni
succederà, bypassando gli Argomenti Curricolari, le Tabelline, la Grammatica, la Sintassi, la Storia, i bambini sono
stati impegnati nella lettura di preghiere incentrate su contenuti di ipocrita,
stantia “routine”: l’amicizia, l’amore, la pace, la famiglia) in una basilica e
il dirigente scolastico ha avuto il coraggio di “soffermarsi sull’importanza
della ‘Buona Scuola’ come chiave di lettura del rinnovamento della scuola
italiana”.

Alla faccia del rinnovamento, se mussolini rimpiazziamo con de
gasperi, fanfani, moro, andreotti, berlusconi, monti, renzi; se pio XI, pio XII
rimpiazziamo con giovanni XXIII, paoloVI, giovanni paolo II, francesco, i primi
con i secondi, in comunella, hanno fatto, fanno di “dio, patria, famiglia” i
disvalori ineludibili della scuola italiettina. Infine, o frantoianni,  è venuto il momento di Disvelare la Verità con amarezza: NOI abbiamo,
sempre, Considerato la costituzione italiettina, scritta, da sempre, con la “C”
maiuscola, la
Guarentigia Solenne della nostra Democrazia con i tre Poteri,
il Legislativo, il Giudiziario, l’Esecutivo, diligentemente, Attenti a Operare
nell’Ambito, nell’Alveo, nei Limiti delle loro Competenze.

Ora, invece,
scopriamo che con machiavelli ignobili i rappresentanti del popolo italiettino,
a dire il vero, mai, stato sovrano ché il più scalcagnato, culturalmente, tra
tutti i popoli europei, non solo sono dei nominati dai segretari dei partiti,
tra i quali  renzi, capo dell’esecutivo,
ma hanno, di fatto, delegato all’esecutivo la scrittura delle leggi,
riducendosi a ratificare, formalmente, ciò che è stato pensato, elaborato,
deliberato in altra sede, trasformando la camera dei deputati e il senato della
repubblica nel bivacco dei manipoli di renzi. Immaginavamo la costituzione italiettini
Blindata nel suo Rigore Filosofico e Giuridico, come “il Leone di San Marco”
raffigurato a guardia intransigente
della “Repubblica di Venezia” e, invece, un bullo e un 5 volte sotto processo
per reati gravissimi la stanno modificando, rendendo vano l’equilibrio dei pesi
e dei contrappesi istituzionali, a tutto vantaggio di un esecutivo intenzionato
a trasformare la democrazia italiettina in un regime dalle caratteristiche
autoritarie già delineate.

In ogni caso, tutto il male di oggi sta, ha la
fonte, l’origine nella costituzione italiettina medesima e nei compromessi tra
i cosiddetti costituenti provenienti da culture e ideologie contrapposte (la
cattolica, la liberale, la marxista), per cui venne fuori un pateracchio le cui
nefaste conseguenze, oggi, stiamo scontando. Ad esempio, tra tanti che si
potrebbero citare: l’art. 42, comma 2°: ”La proprietà privata è riconosciuta e
garantita dalla legge…” (farina del sacco dei costituenti cattolici e
liberali), però, subito dopo al comma 3° del medesimo articolo: ”La proprietà
privata può essere nei casi preveduti dalla legge, e salvo indennizzo,
espropriata, per motivi di interesse generale” (farina del sacco dei comunisti
e dei socialisti). Ancora: l’art. 40: “Il diritto di sciopero si esercita
nell’ambito delle leggi che lo regolano” (mix di farina dei sacchi dei
comunisti, dei socialisti, dei liberali, dei Cattolici). Ancora: l’art. 7,
comma 1° e 2°: “Lo Stato e la
Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti
e sovrani”.

Però, ”I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi”,
sottoscritti da mussolini e da gasparri, il segretario di stato vaticano, che
affidavano la formazione delle coscienze delle nuove generazioni alle strutture
educative cattoliche e a una scuola, fondamentalmente, cattolicizzata.

Quelle
generazioni figliarono; i figli, a loro volta, figliarono, i quali, a loro
volta, figliarono, nonostante, il pur 
”eunucizzato” “‘68” del secolo scorso,  la preside con 
cui  lei, o frantoianni, s’è adombrato
e il dirigente scolastico con cui NOI CI siamo adombrati. Togliatti non è, forse,
sepolto al “Verano“ in roma?

Vada a trovarlo e, nel rispetto del luogo,
vivacemente, critichi la sua azione politica, come una zecca, attaccata alla
democrazia cattolica, sì da propugnare che i famigerati “Patti” fossero
allegati alla costituzione, nata dalla resistenza che, pur, semplicemente,
alfieriana, si diceva “anti” quel fascismo e quel nazismo di cui la chiesa
cattolica era stata mallevatrice con i suoi silenzi, con la tolleranza dei
crimini di quei movimenti e, poi, di quei regimi.

Infine, o fratoianni,
proprio lei non può, non deve lamentarsi
della scarsa, incostituzionale laicità dello stato italiettino: ciò che la
morte toglie (il filocattolico togliatti), la vita restituisce (il di lei
sponsor, il cattocomunista vendola, crocianamente, un ircocervo)!

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