La storia del cinema italiano raccontata in note, attraverso le sue più famose colonne sonore. Quelle musiche che, in un film, svolgono un ruolo importante, perché in grado di enfatizzarne i momenti salierni, dar loro un significato ben preciso o trasmettere un’emozione allo spettatore. Musiche, scritte da grandi compositori come Nino Rota, Nicola Piovani, Ennio Morricone, che hanno contribuito a rendere memorabili capolavori quei film per cui sono composte.
Un racconto musicale realizzato dal Trio Mercadante, gruppo composto da Leo Binetti al pianoforte, Luciano Tarantino al violoncello, Rocco Debernardis al clarinetto, che ieri sera si è esibito ai Giardini Pensili, nello spettacolo “Le colonne sonore del cinema italiano”, nell’ambito della stagione teatrale estiva.
Accompagnate dalle scene di alcuni tra i più grandi capolavori del cinema italiano, i tre artisti hanno suonato le celebri colonne sonore, spaziando in un’intervallo temporale che va dal cinema del dopoguerra agli anni novanta.
Si parte dalle musiche di “Amarcord”, “Otto e mezzo”, “La dolce vita”, composte per Fellini da Nino Rota. Non possono mancare, nel repertorio del trio, le epiche note di Ennio Morricone, che hanno accompagnato il nostro cinema nei più diversi generi. Chi non ricorda le musiche composte per il western all’italiana di Sergio Leone o le note de “Il pianista sull’oceano” e “Nuovo Cinema Paradiso”!
Nella scaletta del gruppo non mancano le melodie della commedia napoletana di Totò, come “Malafemmena”, composta dallo stesso Antonio De Curtis e cantata nel film “Totò, Peppino e la malafemmena”, o le simpatiche note che hanno accompagnato la commedia all’italiana di Alberto Sordi.
Un talento, quello dei compositori italiani, che spesso ha anche travalicato i confini del Belpaese, approdando persino oltreoceano. Basti pensare alle note che accompagnano le vicende della famiglia Corleone ne “Il Padrino” di Francis Ford Coppola, composte da Nino Rota. La conclusione è dedicata a Nicola Piovani, autore della musica de “La vita è bella” di Roberto Benigni, che gli valse, nel 1999, il premio oscar per la miglior colonna sonora.