Una campagna pubblicitaria complessa e organizzata per dire agli italiani: “Raccontatevi”.
E il 26 ottobre 2013 armati di telecamere, cellulari e fotocamere in tanti hanno girato il loro momento, il loro piccolo frammento di vita, il loro “giorno da italiani”.
A Gabriele Salvatores, regista di “Italy in a day”, sono giunti 44.197 “messaggi in bottiglia” ed uno staff di loggers e’ stato a lungo al lavoro per catalogare il tutto.
I montatori Massimo Fiocchi e Chiara Griziotti, ne hanno utilizzati 627, eliminando quelli che sembravano più costruiti, meno sinceri, cercando una sintesi poetica.
Nella composizione dei 75 minuti di immagini, che partono dalla mezzanotte fino alla mezzanotte successiva la responsabilità autoriale è stata affidata al bitontino Raffaello Fusaro e quella editoriale alla milanese Ilaria Castiglioni.
«È stato un lavoro complesso e innovativo – ci racconta Fusaro, che continua ad affiancare l’attività teatrale a quella di autore e sceneggiatore -. Ho, abbiamo, studiato una vera e propria linea narrativa nel girato raccolto prediligendo anche parti tenere e che narrano zone emotive poco conosciute dell’Italia».
Il docufilm è sbarcato alla 71ma Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Fuori Concorso: «L’emozione è tanta – ancora non ci crede il nostro concittadino – quando ti alzi in sala, ti volti e vedi che il pubblico resta in piedi per 15 minuti di fila ad applaudire per il tuo lavoro».
Il progetto è nato seguendo la falsariga già tracciata da Ridley Scott nel 2011 (a cui risposero, però, solo 13 mila persone) con “Life in a day” diretto da Kevin McDonald: «Il ritratto dell’Italia che ne viene fuori – ha spiegato Salvatores – è più ottimista di quello che mi immaginavo: pensavo di ricevere volgarità, rabbia e invece ho trovato un’Italia sofferente, ferita ma con una grande dignità e che non ha perduto il senso di comunità, che prova la sensazione di trovarsi tutti sulla stessa barca».
Mamme, papà, bambini, ragazzi, innamorati che si sposano, giovani disoccupati, pensionati soli e vecchi che non ricordano i nomi dei figli, si trovano tutti quanti nelle loro case intenti a dormire, svegliarsi, fare colazione, andare a scuola, al lavoro, in preghiera e tante sono le storie di persone comuni.
E ci sono anche le storie di personaggi esemplari: il medico che cura i bambini in Iraq, l’imprenditore che vive asserragliato nella sua azienda perché ha denunciato il pizzo, la dottoressa che a domicilio assiste i malati terminali ma «evitando l’effetto spettacolo a tutti i costi, senza nessuna modifica», sottolinea il regista.
C’è anche una guest star, si tratta di Luca Parmitano che ha inviato le sue immagini “quotidiane”, ma anche uno sguardo dall’oblò della sua navicella sul nostro pianeta.
Una piccola pagliuzza, la nostra Terra, tra 150 milioni di galassie «a ricordarci che non siamo nulla – commenta ancora il premio Oscar napoletano – , ma si può essere qualcosa se ti avvicini a guardare le cose, le persone: esistono ancora dei sogni e la vita è bella perché impossibile da governare».
«Questo grande lavoro – commenta Fusaro – può essere definito come una fotografia perfetta dei nostri tempi, sarà una pellicola che tra 10 anni ci farà emozionare pensando a come eravamo. E poi, è il primo lavoro in cui davvero la tecnologia ci ha aiutati e ha reso tutti artefici e fabbri di un prodotto che è un censimento emotivo e poetico della nostra nazione».
E poi conclude: «Progetti per il futuro? Tanti, e un appuntamento che presto toccherà la nostra città».
Per il momento attendiamo l’uscita del film che sarà disponibile nelle sale cinematografiche il 23 settembre, solo per un giorno, e andrà in onda su Rai3 il 27 settembre.