L’estate bitontina è stata caratterizzata da una
particolare attenzione verso la cultura, il cinema, la letteratura e non ultima
per importanza anche per la musica e lo spettacolo.
Piccolo ma importante tassello di questo mosaico è
stato “Star in the Park”, nuovo
format figlio del lavoro dell’assessorato al Marketing Territoriale, tre incontri con autori italiani del
calibro di Zibba, Francesco Baccini (direttore artistico)
e Giampiero Ingrassia.
Proprio quest’ultimo, noto attore di teatro e figlio
del leggendario Ciccio, ha fatto compagnia a tanti bitontini lo scorso venerdì
sulla terrazza del Torrione Angioino intervistato dal giornalista radiofonico
Luca Catalano e da giornalisti di testate locali.
Il percorso è stato lungo e ha toccato tutte le pieghe
della vita e dalla carriera del giovane Giampiero.
Il
peso di chiamarsi Ingrassia. «Quando
hai un cognome così pesante devi essere bravo il doppio – principia l’attore -. È stato per me come continuare il lavoro
di una bottega leggendaria, ma di famiglia. Il mestiere d’attore è bello finché
lavori, quindi se avessi voluto una vita più semplice avrei fatto l’avvocato
(come molti coetanei in quegli anni) e invece ho seguito la passione».
Tra
le passioni non solo il cinema ma anche la musica. «Sono una rock star mancata – sorride Ingrassia
-! Sarà
banale ma la musica è stata davvero la colonna sonora della mia vita, sempre. Quando
ho cantato, suonato e quando ho deciso di trasferire la mia passione nei
musical (ovviamente di base rock come Jesus Christ Superstar): certo mi
piacerebbe che ci fosse un musical che contenesse al suo interno tutto ciò che
mi piace dai Deep Purple ai Black Sabbath».
Ieri
e oggi tra Tv e musica. «Le
fiction di oggi sono molto migliorate – afferma Giampiero –: ci sono molti giovani che fanno cose
molto belle e sono felice perché i produttori sono attenti ai loro operati. Per
la musica, chi ce l’avrebbe detto vent’anni fa, quando giravamo con Lp e poi
con le musicassette, che avremmo girato con degli aggeggi microscopici con 5000
mila brani all’interno? È meraviglioso».
In
questo momento politico che film faresti. «Un film dove ci sia
tutto e il contrario di tutto, fusioni, calderoni politici assurdi – commenta l’ospite
-: talvolta sembra sia un virus e non appena i politici arrivano in poltrona
siano colpiti dal “scusate ma sono
costretto a rubare qualcosa”».
Progetti
per il futuro. «Mi
piacerebbe lavorare come regista – conclude -. E chissà in questo grazioso teatro “Traetta”
sarebbe bello portarci lo spettacolo con Gianluca Guidi con cui abbiamo girato
l’Italia, “Taxi a due piazze”».