Da un treno “Freccia bianca” che tornava da Ferrara a
Bari – con la gioia dentro il cuore ancora ricco d’emozione-, ci ha scritto il
nostro concittadino Vincenzo Salierno vincitore (insieme ad altri sei pugliesi) del Premio Internazionale per
Architettura Sostenibile “Fossa e Bartolo”
«Lo
scorso ottobre abbiamo trovato il bando di questo premio, giunto alla sua
decima edizione e conoscendo il potenziale delle nostre tesi e l’attinenza con
il requisiti del premio, abbiamo deciso di scommettere e partecipare. La
notizia della medaglia d’oro è arrivata in via ufficiosa dalla segreteria del
premio soltanto ad aprile. Inutile raccontarti la gioia che abbiamo provato
alla notizia, certe sensazioni sono incommentabili».
I sei giovani vincitori sono stati invitati a Ferrara,
e dopo una breve presentazione della tesi in inglese hanno visto luccicare l’oro
sui loro petti.
«I
complimenti sono giunti numerosi da parte dei membri della giuria (architetti
di livello internazionale tra cui spiccava il Pritzker, che equivale al nobel nell’ambito dell’architettura,
l’australiano Glenn Murcutt).
Ricevere
questo premio – ha continuato Vincenzo, facendo scorrere le
dita ancora tremanti sullo schermo del suo cellulare – è motivo di grande orgoglio per tutti noi e ci insegna a credere fino
in fondo in quello che facciamo! Superare poi università come quella di Harvard o altre mondiali ci spiega
anche il livello raggiunto in questi tempi dal Politecnico di Bari»
Nelle speranze di questi giovani quello di presentare
la tesi presso la facoltà di architettura di Cagliari, città su cui si incentra
il loro studio: il recupero di un
magazzino abbandonato e sistemazione dell’area delle relative saline oggi
abbandonate.
Ma non finisce qui.
«Insieme
ad altri due colleghi di tesi (Francesco
Garofoli e Francesco Vurchio) –
continua Vincenzo entusiasta – siamo
stati selezionati tra i 10 migliori
progettisti italiani under 30 (su 271 partecipanti in tutta Italia, unici
selezionati per il sud Italia, ndr) nell’ambito del Premio biennale di architettura Federico Maggia 2013 dando la
possibilità ai giovani progettisti di lavorare all’interno di antichi
opifici industriali dismessi, in un lanificio in questo caso, per fabbricare
idee nuove che incidano sullo sviluppo urbano del territorio di Biella».
Non tutto è nero. Le
sfumature del grigio talvolta si intravedono.
I successi e la riscoperta,
da parte dei giovani, di questo nostro territorio, della nostra natura così
ricchi di futuro, profumati di vita e talvolta di successo.
Tutta la redazione fa i
migliori auguri a Vincenzo e a tutti i suoi colleghi.