Immagine

WEB PROJECT MANAGER
Alessandro Intini

giovedì, 15 Maggio, 2025
No Result
View All Result
Immagine

DIRETTORE DA BITONTO
Mario Sicolo

DaBitonto.com
  • Home
  • Cronaca
  • Politica
  • Cultura e Spettacolo
  • Sport
  • Aziende
  • Rubriche
DaBitonto.com
  • Home
  • Cronaca
  • Politica
  • Cultura e Spettacolo
  • Sport
  • Aziende
  • Rubriche
No Result
View All Result
DaBitonto.com
No Result
View All Result

Home » A Spasso con la Storia/ La diga del Gleno e le 500 vittime. Nel 1923 la prima tragedia italiana causata dall’incuria dell’uomo

A Spasso con la Storia/ La diga del Gleno e le 500 vittime. Nel 1923 la prima tragedia italiana causata dall’incuria dell’uomo

Molto prima del Vajont. Uno tsunami di 1.500 metri cubi si abbatte senza scampo sui residenti di Comuni e valli vicine

La Redazione by La Redazione
13 Agosto 2020
in Cultura e Spettacolo
A Spasso con la Storia/ La diga del Gleno e le 500 vittime. Nel 1923 la prima tragedia italiana causata dall’incuria dell’uomo
Condividi con FacebookCondividi con WhatsappCondividi via Email

Tutto inizia alle 7.15 del 1° dicembre 1923.

Ben prima del Vajont e del disastro – di cui parleremo nelle prossime settimane – del Molare.

Il guardiano della diga del Gleno, in provincia di Bergamo, esce dalla sua baracca di legno per il solito giro di controllo. Sulle Alpi bergamasche piove ininterrottamente da due mesi e da qualche ora ha anche iniziato a nevicare. La diga è nuova di zecca, anche perché i lavori erano finiti solo tre mesi prima, e la sua costruzione rientra in un Piano strategico varato dal Governo anni prima per venire incontro alla crescente domanda interna di energia elettrica. Fondamentale in un Paese come l’Italia dove mancano i combustibili fossili.

L’opera era un portento, per l’epoca. Duecentosessanta metri di lunghezza, quasi 100 di altezza, un vero e proprio gigante pensato per imbrigliare i torrenti Povo e Nembo e creare così un bacino da sei milioni di metri cubi d’acqua. Tuttavia, nonostante i lavori di realizzazione fossero finiti solo da tre mesi, la diga aveva già qualche problema e, quel giorno, a causa della pioggia incessante, era al massimo della capienza.

E non solo, perché in tanti sanno nei villaggi circostanti che sono stati utilizzati materiali sbagliati, che per risparmiare è stata usate calce al posto del cemento e pure che il progetto è stato cambiato senza autorizzazione durante i lavori.

Qualcuno, quindi, ha più di una preoccupazione ma non può immaginare che quella mattina sarebbe accaduta una catastrofe di proporzioni gigantesche.

Ripartiamo dalle 7.15 del 1° dicembre 1923, allora. Arrivato a metà del suo giro di controllo, il guardiano si ferma di colpo, guarda in alto e vede un grosso macigno staccarsi della sommità e precipitare nel buio sottostante. Nota una grossa riga nera che taglia in due la parete della diga. Ha già capito di cosa si tratta, ma vuole essere sicuro. Così accende un cerino per vedere meglio e sì, si tratta proprio di una grossa crepa. La diga sta collassando.

È una questione di istanti.

Fa appena in tempo a mettersi in salvo su di un macigno che tutto il fianco sinistro della diga crolla su se stesso liberando sei milioni di metri cubi d’acqua. Ovviamente infermabili. Uno tsunami a 1.500 metri d’altezza che spazza via tutto quello che trova sul suo cammino. Case, cascine, stalle, chiese, ponti, persone e animali. L’onda travolge anche le centrali elettriche. Scoppiano incendi. Il tutto dura 45 minuti e alla fine verranno recuperati 356 cadaveri, ma i morti sono di più. Molti più. Circa 500.

Immediatamente – e qui per fortuna siamo maestri – scatta la gara di solidarietà. Da tutta Italia arrivarono aiuti e soccorsi.

Il giorno dopo giunge sul posto persino re Vittorio Emanuele III, seguito a distanza di poche ore dal procuratore della corona e Gabriele D’Annunzio.

Le indagini sull’accaduto, però, non sono per nulla diverse da quelle che siamo abituati a sentire. Le vicende giudiziarie, infatti, sono scandite da una lunghissima sequenza di rinvii, rimpalli di responsabilità, sfilate di docenti universitari e periti, e si sono concluse con condanne miti al titolare della ditta che aveva ottenuto la concessione e l’ingegnere autore del progetto.

Poi il silenzio, pure “comprensibile” se ci pensiamo un attimo. Il Fascismo, appena arrivato, non poteva permettersi figuracce e insabbiare era la cosa da fare. La sola.

Solo gli abitanti della valle, anno dopo anno, hanno ricordato i loro morti e recentemente la storia di questa tragedia ha conquistato spazio sui giornali, ispirando libri, uno spettacolo teatrale, una canzone composta da un cantautore del luogo e una puntata di “Voyager”.

 

 

Articolo Precedente

Francesca Michielin: “Bitonto è un posto meraviglioso”

Prossimo Articolo

Il ripristino delle basole distrutte su piazza Marconi come “La corazzata Potëmkin” di Fantozzi

Related Posts

Festa Patronale 2025. Presentato ieri il programma
Comunicato Stampa

Festa Patronale 2025. Presentato ieri il programma

15 Maggio 2025
SECOP Edizioni al Salone Internazionale del Libro di Torino 2025 dal 15 al 19 maggio
Comunicato Stampa

SECOP Edizioni al Salone Internazionale del Libro di Torino 2025 dal 15 al 19 maggio

15 Maggio 2025
agricoltura
Comunicato Stampa

Cinema in Rinascita. Con Lorenzo Scaraggi si parla di agricoltura e biodiversità

15 Maggio 2025
Saverio Cappiello cinema
Comunicato Stampa

Il regista Saverio Cappiello è ospite del quinto appuntamento con “Cinema in Rinascita”

14 Maggio 2025
Giovedì torna la processione di Santa Lucia Fillippini
Cultura e Spettacolo

Giovedì torna la processione di Santa Lucia Fillippini

14 Maggio 2025
Roma tra Arte, Storia e Meraviglia
Cultura e Spettacolo

Roma tra Arte, Storia e Meraviglia

13 Maggio 2025
Prossimo Articolo
Il ripristino delle basole distrutte su piazza Marconi come “La corazzata Potëmkin” di Fantozzi

Il ripristino delle basole distrutte su piazza Marconi come "La corazzata Potëmkin" di Fantozzi

Notizie dall'Area Metropolitana

giovani ciclisti
Comunicato Stampa

Grande successo per la 3ª Giornata Azzurra dedicata ai giovani ciclisti

by La Redazione
7 Maggio 2025

Un'altra domenica di entusiasmo e passione per la 3ª Giornata Azzurra, nuovo grande appuntamento per i giovani ciclisti. I talenti...

Leggi l'articoloDetails
riuso

Sanb presenta la Festa del Riuso. Domani la prima giornata nel centro raccolta di Ruvo

26 Aprile 2025
campioni regionali

2º XC Colle San Pietro, Vittorio Carrer (Team Eracle) e Ilenia Fulgido (Team Valnoce) campioni regionali

16 Aprile 2025
“Monopoli, dal mare alla valle”. Domani l’inaugurazione della mostra fotografica

“Monopoli, dal mare alla valle”. Domani l’inaugurazione della mostra fotografica

9 Aprile 2025
mario cipollini

Mario Cipollini in Puglia, testimonial d’eccezione del nostro ciclismo

8 Aprile 2025

Rubriche

Torre Pingiello
Bitonto da Riscoprire

Torre Pingiello

by Pasquale Fallacara
15 Maggio 2025

La masseria torre Pingiello o Pinciello, antica struttura difensiva posta a sud del centro urbano tra via Megra e via...

“Habemus Papam”

“Habemus Papam”

14 Maggio 2025

Mensile Online

DaBitonto.com

Privacy Policy Cookie Policy

Follow Us

  • Il Progetto
  • Redazione
  • La tua pubblicità
  • Contatta la redazione

© 2024 daBITONTO / Gruppo Intini srl - P.IVA 07183780720 Testata giornalistica – Reg. stampa n.684/2013 Tribunale di Bari
powered by Comma3

No Result
View All Result
  • Home
  • Cronaca
  • Politica
  • Cultura e Spettacolo
  • Sport
  • Aziende
  • Rubriche

© 2024 daBITONTO / Gruppo Intini srl - P.IVA 07183780720 Testata giornalistica – Reg. stampa n.684/2013 Tribunale di Bari
powered by Comma3