La
mancata riconversione dell’ospedale di Bitonto? È uno dei simboli
dell’attuale sconfitta della medicina territoriale pugliese.
La
sentenza arriva da Antonio Scanni, responsabile della task force
delle politiche sociali nella Cgil Bari, e dal suo dossier preparato
per un convegno il cui tema è stato l’efficientamento nella sanità.
Il
sindacalista, in realtà, non fa altro che sottolineare l’attuale
situazione: «A
Bitonto e a Rutigliano i lavori sono ancora in corso». I vertici regionali, venuti più volte nella città
dell’olio, hanno promesso che l’ex nosocomio, uno dei 12 ospedali
chiusi a causa del sanguinosissimo piano di rientro, sarebbe
diventato un poliambulatorio di terzo livello.
Era
il 2011. Siamo nel 2015, e ancora alle parole piene di vento. La
riconversione ancora non si vede, nonostante più di un sollecito
chiesto dai nostri politici (a proposito, che fine ha fatto il
documento approvato dalla Commissione paritetica sanitaria licenziato
la scorsa estate?).
Ad
ammettere che qualcosa non è andato, è stato lo stesso ex direttore
della Asl di Bari, Domenico Colasanto, poco prima di Natale
(http://www.dabitonto.com/cronaca/r/la-promessa-di-colasanto-presto-l-ex-ospedale-di-bitonto-avra-quello-che-aspetta/5075.htm).
«L’ex
ospedale di Bitonto? Ci sono stati parecchi ritardi, ma a breve, con
la partenza dei lavori per la messa in sicurezza dei locali, vedrà
finalmente compiuta la sua riconversione». Ha
aggiunto anche: «Il
primo problema è quello di ristrutturare e mettere a
norma (ricostruire
gli ambienti, adeguarli alle norme sui lavori delle strutture
pubbliche, ndr) il
vecchio ospedale, la
gara è già partita e uno degli ultimi atti che ho approvato è la
nomina della Commissione che controllerà la validità dei progetti
presentati. Purtroppo si è perso molto tempo perché la struttura è
sottoposta a vincoli dei beni culturali e architettonici, e il parere
della Soprintendenza è arrivato dopo tantissimi mesi. Dopo di che,
c’è stato un grosso ritardo da parte della Regione per far partire i
day service, ma credo che adesso con la partenza dei lavori la
riconversione arriverà».
I
lavori non sono ovviamente ancora partiti. Tanto per non farci
mancare niente, anche l’attuale manager dell’Azienda sanitaria barese
ammette che ci sono problemi. «Le
criticità non mancano – afferma
Vito Montanaro – ma
non sono insormontabili. Entro la fine del mese dovremmo riuscire a
sapere quante risorse serviranno per rimettere a posto le strutture».
Mentre
la Puglia discute, il Centro servizi sanitari territoriali va sempre
peggio. Tra novembre e dicembre alcuni tecnici del laboratorio di
analisi sono stati trasferiti per un paio di settimane al San Paolo,
rallentando ovviamente l’attività del centro prelievi. Da qualche
settimana, al Centro unico di prenotazione (Cup), i tre addetti
stanno vivendo un dramma a
causa della eccessiva mole di lavoro costretti a subire, e che a
volte non basta a soddisfare l’utenza(http://www.dabitonto.com/cronaca/r/ex-ospedale-di-bitonto-momenti-di-tensione-al-cup-la-cisl-non-si-puo-lavorare-cosi/5410.htm). Le liste d’attesa sono notevolmente aumentate. E, come se non bastasse, tra qualche mese il laboratorio analisi
potrebbe diventare soltanto un punto prelievi.