Torna a calcare il proscenio bitontino la compagnia Mariott’Arte, con la commedia in due atti “La scarpa stretta”, tratta dal lavoro originale di Gaetano Di Maio dal titolo “E’ asciuto pazzo ‘o parrucchiano”. Il successo della prima andata in scena la scorsa estate a Mariotto, ha messo in luce, una volta di più, la bravura teatrale dei giovani attori mariottani, nei termini propri di una naturale versatilità interpretativa, efficacia scenica e vis comica. “La scarpa stretta” è la prosecuzione di un progetto ormai sistematico di Mariott’Arte, che nel teatro ha saputo individuare il terreno d’incontro su cui far dialogare le differenti istanze sociali locali.
La recente, meritata ribalta di palcoscenici come il Traetta di Bitonto o il Di Cagno di Bari ha consentito alla compagnia mariottana non solo lo “sdoganamento” di latenze culturali periferiche ma anche la sua compenetrazione in un circuito virtuoso di sensibilità ed erudizione teatrale, solo pochi anni fa inimmaginabile.
“La scarpa stretta” è anche l’anello di congiunzione di un’idea romantica del teatro vernacolare, ben estrinsecata in altri pregevoli lavori di Mariott’Arte come “La Felicità nan s’accatte”, o “Scampamorte”; per non dire del recital natalizio “Giuseppe e Maria: un progetto d’amore”; o dell’ultimo rimaneggiamento dickensiano di “A Christmas Carol”. Nella commedia di Di Maio, Mariott’Arte è maestra nel far emergere gli istinti dei personaggi, i valori morali, e quel sempre comodo ricorso al conformismo e alla tradizione. Tutto pare tranquillamente, baricentricamente ruotare attorno alla figura del giovane parroco, don Nino, intento a dirimere varie questioncelle paesane riguardanti i fedeli. E quando la soluzione pare impossibile, soccorre sempre la Fede salvifica, che dirime ogni controversia. Fino ad un certo punto… I tortuosi percorsi ideali di don Dino presto lasciano il posto alle prosaiche verità pronunciate dalla Perpetua, in un finale capace di travolgere ogni convenzionalità…
La bellezza, piana e autentica, del teatro di Mariott’Arte sta in quel saper ingenerare nello spettatore il presentimento della verità nella confidenza della narrazione scenica, così che il finale possa sempre confondersi nel destino dell’umanità.
Non c’è metafisica che tenga: il teatro è vulgata di un contrasto drammatico, dialettica dei valori, osmosi continua di realtà e dimensione onirica;
l’unica profondità è nel paradosso, l’unico equilibrio possibile nel tragicomico, che è negazione letteraria della sfumatura e dell’antinomia. In fondo, il teatro di Mariott’Arte restituisce, con rara pregevolezza, un’idea quasi matematica del milieu culturale, il paradosso logico, e verista, di un’intima genialità della vita pratica asservita alle comodità decorative di una sensibilità conformistica.
Mariott’Arte andrà in scena ne: “La Scarpa stretta” domenica 3 Aprile, alle 18:30 presso l’Auditorium “Degennaro” (SS. Medici) a Bitonto.
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