Il trillo del citofono della redazione rompe l’eco del vociare che festoso sale dalle strade del centro storico.
“Sono Francesco, ho bisogno di parlare con qualcuno“, trema la voce un poco.
Si schiude la porta e vi fa ingresso un uomo dal volto provato e dallo sguardo smarrito.
Diremmo quasi spaurito.
Ma cosa spaventa quest’uomo, che dimostra molti più anni di quelli che realmente ha?
Il domani.
Non solo inteso come metafora del futuro, ma proprio come giorno che seguirà a questo che sta tramontando.
“Giovedì alle otto e mezza verranno ad eseguire lo sfratto ed io non so che fine faremo, io e la mia famiglia. Mi preoccupa soprattutto il più piccolo dei miei figli, che ha solo un mese e mezzo“, è il racconto doloroso.
Finora, lui, la moglie, i tre ragazzi e il neo arrivato hanno dimorato in un appartamento individuato dal Comune, solo che ora, per problemi con una cooperativa, è giunto il momento di dover liberare l’immobile.
“Lo so che è una questione nella quale io nulla c’entro, però, vi prego, trovatemi qualcosa dove poter riparare, sono disperato. Faccio l’intonachista, ma non lavoro da tanto. Ora spero di andare in campagna per la stagione delle olive, con quei soldi potrei anche pagare un eventuale affitto“, conclude, quasi sibilando stremato le ultime parole.
Questo articolo non è un atto d’accusa contro nessuno, è solo una richiesta d’aiuto.
Chi può tendere una mano a questa famiglia, può contattare la nostra redazione. Tutto qui.