Gaza: ultima chiamata. Non c’è più tempo, il popolo palestinese è allo sbando, si rischia il genocidio. Le immagini che arrivano da quella landa desolata ci mostrano gente inerme che si aggira tra le macerie e che sfoggia le uniche armi loro rimaste: pentole vuote e posate. Con queste armi volgono all’assalto dei mezzi umanitari dell’ONU, quei pochi che riescono a varcare il confine ed a portare loro generi di prima necessità.
Le uniche notizie positive tra mille bombardamenti riferiscono di qualcuno estratto vivo dalle rovine, del ripristino di qualche clinica ospedaliera, addirittura della riapertura di qualche forno.
In questo inferno in terra dove la dignità umana è calpestata, dove le bombe scavano abissi nelle coscienze di tutti, donne e bambini pagano le maggiori conseguenze: alcune fonti parlano di 1,9 milioni di sfollati, di cui quasi un milione sono donne e ragazze, 3 mila donne sarebbero rimaste vedove e almeno 10 mila bambini potrebbero aver perso il padre, a causa degli attacchi aerei israeliani. Mentre ogni ora muoiono due madri.
Non si profilano, al momento, candidature serie al premio Nobel per la pace, i governanti tacciono, fingono di mediare, si indignano a parole. Volgono lo sguardo altrove, temendo accuse di antisemitismo se non di antisionismo, alcuni addirittura vagheggiano ricostruzioni in loco di quartieri residenziali di lusso, da edificare sui cadaveri e dopo aver ultimato l’esodo, poco biblico, della popolazione inerme. Mentre si cincischia continuano a scorrere titoli tremendi che ti strozzano come un nodo in gola: Corriere della sera “Raid su Khan Younis, uccisi 9 dei dieci figli di una pediatra, la Repubblica “Il dramma di Alaa, 9 figli uccisi dai raid di Israele” “Raid israeliano su una scuola a Gaza, 25 morti e 60 feriti”.
Un orrore quotidiano, minuto per minuto…
Tra gli appelli pro Gaza dell’ultima ora colpiscono quelli di Edith Bruck , 94 anni, scrittrice e poetessa ebrea e soprattutto una sopravvissuta all’Olocausto che dice “Usare Dio per uccidere è una cosa mostruosa. Lo hanno fatto tutti, anche i nazisti”, “Le vite dei palestinesi a Gaza vengono trattate come vite di serie b” ed ancora Nanni Moretti nel suo appello dice, rivolto al leader israeliano, “Ma quanti palestinesi devono ancora morire perché tu sia soddisfatto e finalmente la smetta?”
A proposito di appelli per la pace, pensiamo a cosa si scatenerebbe a livello mediatico se piazze brulicanti di gente, come Piazza Plebiscito a Napoli per la vittoria scudetto, si estendessero a macchia d’olio in tutto il mondo manifestando pacificamente per la cessazione immediata di ogni guerra, genocidio, catastrofe umanitaria. Invochiamo le piazze, invochiamo i luoghi di preghiera, magari al suono dei seguenti versi di un famoso brano di Guccini:
“Ai bordi delle strade, dio è morto,
nei campi di sterminio, dio è morto
coi miti della razza, dio è morto.
Ma penso
Che questa mia generazione è preparata
A un mondo nuovo e a una speranza appena nata
Ad un futuro che ha già in mano
A una rivolta senza armi
Perché noi tutti ormai sappiamo
Che se dio muore è per tre giorni e poi
risorge”
( foto dal web)