La città di Bitonto ha premiato, ieri, nella Sala degli Specchi, dodici cittadini che si sono distinti per impegno civico, umano, professionale e culturale. La premiazione è stata l’evento conclusivo del progetto “Bitontino dell’anno”, promosso dal “da Bitonto” con il patrocinio gratuito del Comune di Bitonto, in occasione della Giornata del Gonfalone, ricorrenza che celebra la liberazione della città dal giogo feudale nel 1551. Un’iniziativa resa possibile grazie all’impegno della giornalista Viviana Minervini.
Da giugno 2024 a maggio 2025, sono stati selezionati dodici cittadini, premiati dall’editore Alessandro Intini e dal direttore Mario Sicolo. A loro e a tutti i redattori dello storico giornale locale, sono andati i ringraziamenti del sindaco Francesco Paolo Ricci.
Tra i premiati c’è Luigi Fiore, l’ispettore dei Vigili del Fuoco protagonista di un salvataggio eroico, quello di Rosalia De Giosa, la 74enne che, a marzo, rimase per 24 ore sotto le macerie della palazzina crollata a Bari in via De Amicis: «Il nostro non è solo un lavoro. È una missione. Ogni giorno ci sono tanti casi in cui, anche senza attenzione mediatica, riusciamo a salvare vite. Quel giorno ho coordinato le operazioni di ricerca della signora, ma senza l’aiuto dei miei colleghi non avrei potuto fare nulla. Dedico, quindi, questo premio a loro e a tutti i Vigili del Fuoco».
C’è poi Gaetano Napoli, chirurgo di fama nazionale, dirigente responsabile di Chirurgia Toracica all’Istituto tumori “Giovanni Paolo II” di Bari pioniere della chirurgia toracica mini-invasiva. Napoli, da tutti apprezzato per la sua professionalità e la sua umanità, ha ricordato con ironia il suo forte legame con Bitonto. Un legame che manifesta anche sul lavoro, dove «si parla obbligatoriamente bitontino».
«Sono passati quattordici anni da quando istituimmo la Giornata del Gonfalone. Mi fa piacere che quella ricorrenza è ritornata in questo nuovo format, per rendere omaggio a tutti coloro che danno lustro alla città, impegnandosi con passione nel proprio ambito» continua Michele Muschitiello, medico, poeta e narratore dell’anima popolare locale, nonché più volte consigliere comunale.
Per il suo impegno nel promuovere la donazione del sangue è stato premiato Mirko Lacassia, volontario e presidente della sezione cittadina della Fidas: «Sento di non avere particolari meriti. Il mio impegno nasce dalle difficoltà che, purtroppo, ho dovuto affrontare, a partire da una malattia che a 19 anni, età in cui si è pieni di sogni, mi ha portato a lottare tra la vita e la morte. Ho dunque voluto trasformare tutto ciò in impegno per promuovere la donazione di sangue, utile a salvare tante vite».
Per l’attività nel campo della ricerca, tra i premiati c’è anche Marica Cariello, ricercatrice all’Università di Bari, esperta in infiammazione intestinale e cancro, che ribadisce l’importanza della ricerca e dedica il premio a tutti coloro che si occupano di ricerca.
Per l’impegno profuso nell’analisi di un tema tanto originale quanto importante, tra i dodici premiati è stata scelta anche Francesca Berardi, linguista e studiosa della Grande Guerra, autrice di una interessante tesi di laurea in cui esamina 59 lettere scritte dal soldato Vincenzo Catucci, capitano durante la Prima Guerra Mondiale, indirizzate alla sorella Agnesina. Le lettere, ritrovate nel “Palazzo Antica Via Appia” di Bitonto e ora proprietà del Cavaliere Gaetano Brattoli, sono state oggetto di un’accurata trascrizione e indagine linguistica, che ha permesso di studiare la lingua in relazione a vari aspetti, tra cui grafia, sintassi, lessico, e anche fonetica: «Uno studio meticoloso ma anche tanto gratificante, in cui, andando al di là della componente emotiva, ho potuto mettere in evidenza l’influenza del dialetto nelle lettere di Catucci, un soldato che potremmo definire “semicolto”, con un notevole grado di alfabetizzazione pur non aderendo completamente alla norma linguistica, anche a causa della rapidità di scrittura e dalle emozioni scaturite dalla guerra».
Dedica il suo premio alla Fondazione “Opera Santi Medici Cosma e Damiano” Marika Gala, giurista impegnata nel terzo settore, che partendo dall’esperienza della fondazione, ha approfondito il rapporto tra diritto ecclesiastico e diritto civile nel contesto del Terzo Settore.
«Ci tenevo ad essere presente, nonostante questa mattina fossi ad un convegno all’estero» continua Debora Brascia, chirurga toracica e ricercatrice, presso il centro universitario Humanitas di Milano, premiata a livello internazionale per studi pubblicati su riviste prestigiose e per le sue ricerche sull’infarto perioperatorio e sui protocolli per il trattamento del cancro polmonare in fase avanzata.
Per l’impegno e la cura che ha dedicato alla Biblioteca comunale “Eustachio Rogadeo”, è stata premiata poi Grazia Castellano, storica bibliotecaria e punto di riferimento per studenti, ricercatori, cittadini curiosi e appassionati. Per tanti anni si è dedicata con dedizione a quel luogo che custodisce tantissimi libri che fanno grande la storia della nostra città: «Il merito non è solamente mio, ma è anche dei miei collaboratori».
A rendere omaggio a Michele Ardino, musicista custode della tradizione popolare, è anche il sindaco, che ha ricordato come per tanti anni abbia portato ovunque i sindaci di Bitonto, da Michele Coletti all’attuale. Era infatti autista comunale, fino a pochi anni fa. Il premio lo ha dedicato alla sua band, “Re Tataranne De Vetonde”, con cui rende omaggio alla musica popolare col ritmo nel sangue e l’amore per la città nel cuore.
Assente, per motivi di lavoro, Carla Regina, mezzosoprano e direttrice artistica internazionale, che ha realizzato una infermeria in Angola, intitolata alla madre, la missionaria Lia Speranza. Non presente anche Nicola Bonasia, stilista di caratura mondiale oggi alla maison Dior, dopo essersi formato nelle botteghe dell’alta moda, tra forbici, aghi e tessuti. A ritirare il suo premio, la madre.
L’iniziativa è stata occasione per commemorare, tramite la consegna di quattro pergamene commemorative, il docente Francesco Mundo, il dirigente scolastico Giuseppe Paciullo, il commercialista Arcangelo Perrini e l’attivista civico Gino Ancona. Un ricordo che il “da Bitonto” ha ritenuto doveroso per onorare chi ha lasciato un’impronta indelebile nella vita culturale, educativa e sociale della città.
«Giuseppe ha sempre dato tutto sé stesso non solo per la scuola, ma per la città. Ha onorato il gonfalone anche qui, in questo palazzo, in qualità di consigliere comunale» ha ricordato Gaetano Paciullo, fratello del docente.
«Mio marito sarebbe stato orgoglioso di essere qui. Ha sempre avuto uno spiccato civismo. Si è sempre prodigato per gli altri, ovunque si trovasse» è il ricordo della moglie di Perrini.
«Gino ha speso la vita per gli altri, non avendo timore di scontrarsi con le istituzioni. Era un anarchico buono. Per tanti era il difensore civico di Bitonto. Qualcuno lo ha capito, altri no» è il pensiero di Saverio Ancona, fratello del militante anarchico.
«Mio padre si è sempre prodigato per quello in cui credeva. Non solo nel mondo della scuola, ma anche nelle tante battaglie in cui si è impegnato, a partire da quelle per l’ambiente» ha ricordato Andrea Mundo, figlio del docente ed ex consigliere comunale Francesco Mundo.