Bitonto è sempre più terra fertile per chi ama consegnare alla superficie della pagina bianca l’agitato e inquieto spazio delle proprie emozioni, i frutti più convincenti di un fecondo afflato di pensiero.
Tanti scrittori. Troppi? Può essere.
Nessuno può escludere ci sia anche chi attribuisca a sé le vesti gloriose del letterato, quanto arbitrariamente non sappiamo.
Ma è un fenomeno psicosociale indubitabile, sicuramente moderno e non antico. Una volta, chi scriveva era chi sapeva, leggeva, aveva accesso alle biblioteche di paese.
Oggi la cultura (meglio: le fonti per la cultura) è di massa e, in quanto tale, giocando con le parole, potrebbe anche crescere a dismisura.
Senza effettiva vocazione, se non quella all’esaltazione.
In ogni caso, la scrittura l’hai dentro. È un moto che nasce spontaneo e incontrollato. È certamente questo il caso di Michele Pastoressa, bitontino, ispirato scrittore di racconti tra il giallo e l’horror, premiato più volte a concorsi letterari in tutta Italia. Classe ’77, maturità scientifica, ha scritto nel 2011 il suo primo libro, intitolato “Oltre gli occhi solo la follia”, raccolta di storie noir.
Si è classificato terzo all’importante concorso “1000 Parole-Racconti brevi da gustare”. Il suo racconto “Piccoli delitti alla luce del sole” è stato inserito nell’antologia omonima del premio (2012, Società editrice Monte Covello).
Una rassegna che ha spinto i partecipanti e gli autori a unire più virtù: creatività, stile e soprattutto sintesi.
Ma Pastoressa non si è certo fermato qui. Ecco la pubblicazione di un altro racconto, questa volta nelle pagine della rivista “Nero. I colori dell’estate”, edizione horror, luglio 2013. Ha per nome “Il sonaglio” lo scritto di Michele.
Il magazine, presente nelle edicole di tutta Italia, lettissimo tra gli appassionati di horror, ma con edizioni relative anche al “giallo” e al “rosa”, è diretto da Roberto Pinotti, edito da Colors&Gold Entertainment.
Parliamo solo ora di tutto ciò per colpa nostra, ci accorgiamo con ritardo dei successi e delle prestigiose pubblicazioni di Michele.
E poi perché l’autore conserva gelosamente con sé, inediti, altri due lavori interessanti: un romanzo e una raccolta di racconti, dai titoli “La risata del diavolo” e La felicità del boia”.
Dunque, perché no?, valga il nostro pezzo anche come augurio e sollecitazione in modo che il lettore possa vedere ben presto negli scaffali delle librerie questi scritti. A naso, meritano.
Siamo sicuri che Michele, come già in passato, non ci smentirà o deluderà.