Si prende in
giro il mondo del paranormale e dell’occulto e l’Upper Class degli anni ’40. Si
esorcizza la morte.
Sono questi i
temi attorno ai quali ruota “Spirito Allegro”, la commedia di Noel Coward del 1940, andata in scena lo scorso sabato
al “Traetta”.
La commedia, messa in scena la prima
volta nel 1941 in piena Seconda guerra mondiale, fu duramente
criticata per come rappresentava con poco rispetto un argomento serio come la morte.
Il pubblico si curò poco di
queste critiche e ne decretò il successo: la commedia rimase in scena per ben
1997 repliche nel West End, un record che sulle scene inglesi fu
battuto solo negli anni settanta.
Al centro della storia le vicende di un famoso ed
affermato scrittore inglese di nome Charles Condomine, interpretato da Leo Gullotta, che per documentarsi sul
genere esoterico/mistico vuole fare una seduta spiritica.
Alla seduta partecipano Charles e la sua seconda moglie
Ruth (Federica Bern), il migliore
amico di Charles, il medico George Bradman (Sergio Mascherpa), con la moglie Violet (Chiara Cavalieri).
La seduta spiritica è gestita da Madame Arcati (Betti Pedrazzi), che gli servirà per
delineare il personaggio chiave del suo prossimo romanzo.
La medium evoca lo spiritello di una dispettosa bambina,
questo ne evoca a sua volta un altro: Elvira (Valentina Gristina), prima moglie dello scrittore.
Madame
Arcati non riesce a rimandare indietro lo spirito di Elvira e comincia, così, una
divertente serie di scherzi e di misteriosi accadimenti in casa.
Lo
spettacolo insegna che tra moglie e marito, oltre che il dito, è pericoloso
metterci anche due fantasmi: ne vien fuori un
umorismo tutto inglese, fatto di dialoghi animati e vivaci, botta e risposta
dai timbri eleganti.
Gullotta, unico vero trascinatore sul palco, conduce il pubblico nel suo dramma che assume le tinte della personalità del
personaggio spontaneo, onesto, iperattivo.
La regia dello spettacolo è stata affidata a Fabio Grossi che ha ambientato la
scena, quanto più possibile, negli anni ruggenti sottolineando brillanti
valenze attoriali e, per questo, abbassando l’età media dei protagonisti
rispetto all’originale.
Un occhio nuovo al teatro, all’evoluta percezione degli
spettatori, è stato offerto grazie alla tecnologia del videomapping, affidata
alla maestria di Ezio Antonelli, che
nel caso del “Traetta” ha anche aumentato la profondità di campo del
palcoscenico offrendo una scenografia davvero originale.
Molta attenzione è stata dedicata alle ricostruzioni musicali
d’epoca ad opera di Germano Mazzocchettie ai costumi, ad ogni quadro sempre nuovi e ben curati, della Sartoria Tirelli.