Pochissime
certezze e tantissime ipotesi.
La
“visita” della Guardia di finanza del comando provinciale di Bari
(da Palazzo Gentile fanno sapere che le fiamme gialle non sono
arrivate a vele spiegate, ma rigorosamente in borghese) nella casa
comunale non poteva passare sotto silenzio.
Da
quello che emerge – la notizia è stata data in anteprima dai
colleghi di Puntotv,
con qualche consigliere di maggioranza che ha cercato subito di
sminuire l’accaduto – i militari hanno dapprima chiacchierato a
lungo con il segretario generale e responsabile Anticorruzione
Salvatore Bonasia, e poi hanno portato via un numero cospicuo di
documenti e di atti.
Già,
ma perché la Guardia di finanza ha “prelevato” le carte dal
Comune? Nessuno sa rispondere, ovviamente, ma tutti dicono la loro. C’è chi, come alcuni esponenti di maggioranza, si limita a dire
che è stata una visita come tante altre in passato (non è la prima
volta che si vedono forze dell’ordine a Palazzo Gentile, e ci sono
procedimenti aperti per l’Ufficio tributi e per i Lavori pubblici).
Altri, invece, opposizione in primis, puntano il dito sul contenzioso
in atto tra il Comune e la Cerin, fino al 2013 concessionaria di
riscossione dei tributi.
E sarebbe questa l’ipotesi forse più percorribile, anche perché
l’internalizzazione del servizio, voluta dall’amministrazione
comunale al termine del contratto, avrebbe rallentato le procedure di
pignoramento e privato il Comune di entrate pari a 2 milioni di euro,
che l’ente era pronto a ricevere da tutti quei cittadini e quelle
imprese morose da anni.
Succede,
infatti, che la scorsa estate l’avvocatura comunale chiede alla
Cerin tutte quelle carte e documenti ancora mancanti e utili a
Palazzo Gentile per riprendere la gestione interna della riscossione
tributi.
Dal
Comune, inoltre, puntano ben presto l’attenzione anche sui soldi
versati dai contribuenti all’ex concessionaria e chiedono di poter
accedere «alla
documentazione relativa ai contratti di conto corrente postale
intrattenuti dalla Cerin». Sulla
richiesta si pronuncia il Tribunale di Bari – sezione civile – che
dà torto a Palazzo Gentile, e che quindi potrebbe pignorare
tranquillamente i morosi anche senza questi ulteriori documenti. Da
Corso Vittorio Emanuele, però, attendono pareri più precisi dalla
Corte dei conti.
In
tutto questo, un’altra ipotesi che si fa largo nelle ultime ore è
anche quella del presunto trattamento di favore che il Comune avrebbe
avuto nei confronti di alcune aziende nella modalità di dilazione
dei pagamenti.
Insomma, pochissime certezze e tantissime ipotesi.