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Home » Olivi espiantati per il fotovoltaico, Fracchiolla: “Così si sradica ciò che ci identifica”

Olivi espiantati per il fotovoltaico, Fracchiolla: “Così si sradica ciò che ci identifica”

La riflessione e le dichiarazioni di Benedetto Fracchiolla, presidente del Bio-Distretto delle Lame

La Redazione by La Redazione
13 Maggio 2025
in Comunicato Stampa, Cronaca
Olivi espiantati per il fotovoltaico, Fracchiolla: “Così si sradica ciò che ci identifica”
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Anche Benedetto Fracchiolla, presidente Bio-Distretto delle Lame, si esprime sull’espianto di olivi che ha interessato Pozzo delle Grue, agro di Bitonto in cui verrà realizzato un impianto fotovoltaico.

Ecco le sue parole:

 

Il Bio-Distretto delle Lame (https://www.distrettobiolame.it/) è un progetto che unisce gli ambiti territoriali di quattro comuni a forte vocazione agroalimentare: Ruvo di Puglia, Bitonto, Corato e Terlizzi. Mette insieme coltivatori diretti e imprese agricole, cooperative e aziende di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, attività della ristorazione e dell’accoglienza turistica, associazioni e gruppi di persone che animano il tessuto creativo del territorio promuovendo la fruizione dell’immenso patrimonio agroalimentare, ambientale, storico e culturale di quest’area della Puglia. Come Bio-Distretto, a proposito della famigerata vicenda dei circa 2mila olivi espiantati a Bitonto per far posto a un parco fotovoltaico di quasi 15 ettari, e più in generale riguardo a tutte le iniziative similari, restiamo basiti e disorientati. Ci chiediamo quale senso possa avere la trasformazione dei nostri paesaggi, da secoli dominati dalla millenaria cultura e coltura dell’ulivo, in una tetra e nera distesa di pannelli tra plastica, silicio, vetro e cemento.

Ai rappresentanti delle istituzioni, inoltre, poniamo una domanda: nell’avallare un numero crescente e sempre più invasivo di impianti cosiddetti “agri-voltaici”, con tutto il consumo di territorio che ne deriva, si sono chiesti quali possano essere i costi reali di una siffatta “mutazione genetica” del nostro territorio? Chiediamo e ci domandiamo, inoltre, se sia giusto che i terreni agricoli, un tempo primariamente deputati alla produzione agroalimentare, diventino ora semplicemente delle superfici da occupare con migliaia di neri pannelli. Non stiamo alienando soltanto delle superfici, poiché assieme ad esse stiamo alienando anche la nostra capacità di coltivare con passione, sapienza e intelligenza un sistema biologicamente e culturalmente complesso rappresentato dalla terra. Sia ben chiaro: noi non rinunciamo affatto alla modernità o alla necessità di utilizzare ricerca scientifica, tecnologie e competenze più avanzate per innovare la nostra capacità produttiva. Il nostro piano di sviluppo è intimamente ispirato e connesso alla sostenibilità, inoltre riconosciamo che la disponibilità di energie da fonti rinnovabili è un fattore importante di questo processo. Tuttavia, crediamo che la tutela della biodiversità e il rispetto delle vocazioni produttive e delle caratteristiche ambientali di un territorio non possano conciliarsi con lo sradicamento delle radici culturali, economiche e perfino biologiche (materiali) che caratterizzano le nostre aree rurali, le nostre campagne, le distese di olivi che da sempre sono la quintessenza della nostra identità e storia collettiva. Sradicando quegli olivi sanissimi si toglie il terreno sotto i piedi su cui poggia la nostra identità. Questo significa sprofondare. Crediamo che queste riflessioni debbano essere un monito per le istituzioni e le amministrazioni di tutti i livelli, dal locale al regionale e al nazionale. La Regione Puglia, il suo territorio e la sua storia sono intimamente, profondamente e indissolubilmente legate alla cultura che forgia la nostra agricoltura e il suo immenso patrimonio. Il simbolo stesso della Regione Puglia è un olivo. Si può sradicare, idealmente e materialmente, un emblema che ci identifica? Per questo, ci interroghiamo e chiediamo quale sia la visione degli Enti di Governance territoriale che da una parte favoriscono e normano iniziative come il nostro Bio-Distretto, e dall’altra gli sottraggono il substrato per svilupparsi coerentemente con i suoi obiettivi autentici.

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E sono tre. C’è la richiesta per un altro impianto eolico sul nostro territorio

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