Torna
ad accendersi la speranza, seppur ancora labile, per la realizzazione di
un (decente) monumento dei caduti anche a Mariotto.
Nelle
scorse settimane, infatti, dalla giunta comunale è arrivata una
prima apertura, con un atto di indirizzo con il quale ha dato il
disco verde alla richiesta del delegato sindaco Francesco Rutigliano,
che in estate ha preso carta e penna e ha scritto al primo cittadino
Michele Abbaticchio.
«Considerato
che è assolutamente necessario – scriveva
l’ex esponente di Sinistra ecologia e libertà nella lettera del 7
luglio – ricordare che i tanti cittadini della frazione
non sono morti invano, ma che anzi devono continuare a vivere nella
memoria delle generazioni future, appare più che doveroso
riconoscere e testimoniare questo loro sacrificio mediante un
monumento ai caduti in guerra». Per
questo motivo, allora, Rutigliano ha chiesto un atto di giunta «che
riconosca e istituisca, con fondi comunali, un monumento che ricordi
i caduti in guerra della frazione di Mariotto».
Quattro mesi e tanti solleciti dopo, la risposta dell’esecutivo cittadino è
arrivata, ma – almeno per il momento – è a metà, perché ha detto
sì alla proposta e, al tempo stesso, ha delegato «Luigi
Puzziferri a verificare la fattibilità
tecnico/finanziaria per la realizzazione di quanto menzionato,
coordinandosi con il consigliere comunale/delegato della frazione
di Mariotto anche per la individuazione del luogo ove erigere detto
monumento».
Altrimenti
detto: la volontà politica c’è, per tutto il resto ci attrezzeremo.
Della
questione si è interessata anche l’associazione Mariotto Libera, che
a dicembre ha presentato il suo progetto – firmato dall’ingegnere
Dolciamore – all’amministrazione comunale
(http://www.dabitonto.com/news/r/l-associazione-mariotto-libera-dona-il-progetto-per-un-nuovo-monumento-ai-caduti/1871.htm).
Nella
frazione, in realtà, un monumento ai caduti c’è già: è un
blocco di pietra, con due parole incise, collocato nella nuda terra
della piazza centrale. Il problema, però, è che non ha mai
accontentato nessuno, in primis il signor Isidoro, classe 1923,
partito
soldato a diciott’anni e che in Germania, tra indicibili atrocità
e privazioni, ha consumato quelli che avrebbero dovuto essere i
migliori anni della sua vita.
Lui
quella pietra non l’ha mai digerita, perché «è
solo una presa in giro»(http://www.dabitonto.com/cronaca/r/mariotto-il-monumento-ai-caduti-delle-guerre-caduto-nel-terreno-di-un-aiuola/265.htm)
e si impegna ancora, a 91 anni, a volere qualcosa di meglio.
Chissà
se questa volta sarà accontentato.