Andrea
Pazienza aveva mano immaginifica e crudele (memorabile una sua battuta su
Bitonto, che finì fra le pagine di Smemoranda).
Genio autentico del disegno,
visse gli anni della contestazione – Settanta e Ottanta – creando fumetti e illustrando
di tutto.
Il mondo che nasceva dalla sua matita era caotico e affascinante. Insofferente
alle consegne editoriali, lasciò traccia indelebile nell’arte.
Omaggi, postumi
ovviamente, a bizzeffe.
Paz, pur essendo nato in Abruzzo, mantenne un legame
indissolubile con la terra paterna, il Gargano.
E, in particolare, il lungomare
di San Menaio: culla di mille contraddizioni, promontorio scosceso verso il
mare lucente insieme a deturpante cemento aggrappolato ovunque.
A quel luogo
della sua anima eternamente giovane ed eternamente vecchia, Andrea dedicò
pensieri che in questi giorni sono diventati una canzone, “Strano Paese” il
titolo, musicati dal compositore e autore della produzione di DauniaOrchestra,
Umberto Sangiovanni.
Ci hanno pensato, poi, gli attori Neri Marcorè e Paolo Sassanellia trarne un progetto, “Il mio Gargano”, per sensibilizzare l’opinione pubblica ad
aiutare le popolazioni garganiche colpite dalla violenta alluvione settembrina.
All’invito dei due hanno risposto positivamente i magnanimi colleghi Emilio
Solfrizzi (il grande Toti, memore delle scorribande canore di Piero Scamarcio),Luca Argentero, Lunetta Savino, Dino Abbrescia e la nostra Bianca Guaccero con
tanto di splendido pancione, i guastatori Pio e Amedeo con Michele De Virgilioe lo schermidore olimpionico Luigi Samele, rappresentanti del territorio foggiano, Pasquale Petrolo (cioè Lillo senza Greg), i conduttori radio-televisivi Alessandro
Greco, Carlo Massarini e Savino Zaba, e Gino Nardella, l’amico fraterno dell’indimenticato
fumettista.
Alla musica di sublime caratura col jazzista Fabrizio Bosso alla tromba,Massimo D’Agostino alla batteria ed Egidio Marchitelli alla chitarra, s’abbina
alla perfezione il testo – lirico e graffiante, come solo sapeva essere l’inventore
di Zanardi – custodito dalla madre, Giuliana Di Cretico.
Già, ascoltate pure la
traccia: vi cattureranno pennellate impressionistiche e dolenti sferzate (terra devastata da “clientelismo,
abusivismo e abigeato, per cui ancora si muore”, il tutto pensato e scritto a
metà degli anni Settanta…).
Il ricavato derivante dalla vendita online del
brano serviranno al ripristino della Masseria di Antonio Facenna, il
ventiquattrenne coltivatore di Vico del Gargano travolto dal fango mentre si
recava proprio lì, a lavorare, come ogni giorno.
Dunque.
Andrea Pazienza, dopo aver
divertito con un sorriso amaro svariate generazioni di irregolari e non,
continua a fare del bene.
E, in chiusura, permetteteci di fare gli sciovinisti:
la voce della nostra Bianca (forse perché interprete autentica) è la più suadente di tutte.