Una sala degli Affreschi, all’interno
dell’imponente Ateneo barese, gremitissima di gente.
Docenti, personale, studenti. Tutti
s’accalcavano alla porta per scorgere nella folla il volto del Rettore.
Porgevano l’orecchio per ascoltare le parole che oggi più che mai sono state
solennemente proferite e promesse dinanzi a queste persone.
Lo stesso prof. Subba dall’alto della sua esperienza ha ricordato di non aver «mai visto un passaggio di consegna così
affollato. Spero che questo clima perduri nella nostra università».
Ebbene sì, un vero passaggio
intellettuale, fisico, dialettico e speranzoso quello tra il prof. Corrado Petrocelli e il Magnifico Rettore Antonio Felice Uricchio.
«Abbiamo deciso che questo fosse un momento condiviso da
tutta la comunità universitaria – ha
espresso l’uscente rettore -. Questo non è un momento di bilancio, perché
sarebbe troppo lunga la lista delle cose che avremmo e quelle che vorremo
realizzare. Nessuno è controparte dell’altro».
Da novembre 2006 al 2013 sono stati
anni difficili per l’università, per l’istruzione e la cultura.
«Abbiamo cercato un lungo percorso di risalita per dare a
questa Istituzione il giusto peso che merita. Ci sono stati dei tagli e porre
rimedio, risparmiare ma cercare nel contempo di crescere, non è cosa
semplice – ha ricordato Petrocelli -. Nonostante le lacune, le fragilità, le criticità emerse a non tutte
siamo riusciti a porre rimedio ma sono riuscito sempre ad avere conferme e
scoperte da parte dei colleghi che vivono questa comunità e che portano il lavoro
anche a casa durante le emergenze. E le emergenze ci sono state sempre. Tutti questi punti di forza, uniti alle
peculiarità di Uricchio, saranno fondamentali».
«La cerimonia di oggi – ha
poi sottolineato – serve per dire grazie
anche, e soprattutto, agli studenti: le loro critiche, spesso puntute, la loro
intelligenza, la loro spiccata forza d’animo hanno reso questo mestiere un
privilegio insostituibile ed indimenticabile».
In un contesto, che pareva davvero
famigliare e vicino, per la prima volta a parlare c’era anche il direttore generale avv. dott. Gaetano
Prudente, nostro concittadino.
«Noi siamo tra i consegnati al suo rettorato – s’è rivolto così Prudente al Magnifico Uricchio – e, penso di parlare a nome di tutto il
personale tecnico, lo stesso impegno e lo stesso tempo saranno dedicati a lei. Il ruolo comporta delle responsabilità verso la comunità e per noi non
cambierà nulla».
Emozionato ma gioioso e sorridente
in volto il professore, bitontino d’origine, che guiderà fino al 2019 l’Università
degli Studi di Bari, Antonio Uricchio.
«Non avrei mai immaginato una partecipazione cosi viva a
questo incontro. Questo dimostra quanta voglia di comunità vive in tutti noi. Siamo qui per restituire un impegno al nostro paese e ai
nostri giovani che ha caratterizzato gli anni di Petrocelli e che spero
continui a persistere anche in questi sei anni».
«Sento di voler ricordare anche i defunti della nostra università, i nostri maestri, è grazie soprattutto a loro che oggi siamo qui. La nostra università
ha una grande storia ricca di pagine significative e decisive per la nostra
comunità. Dobbiamo educare al sogno i nostri giovani attraverso la ricerca e la formazione: questa è l’unica
via possibile per risollevare il nostro Sud».
La cerimonia s’è conclusa con uno
scambio di regali fra i due professori e del sigillo dell’Università da parte di
Corrado Petrocelli.
Una cerimonia di largo respiro e
soprattutto quel che ha stupito e rallegrato è stato il piccolissimo bimbo del
prof. Uricchio tra le braccia di un Magnifico papà: chissà se in quel bacio
sulla fronte e in quell’abbraccio ci siano ad uno ad uno tutti gli studenti che
hanno ancora voglia e speranza d’un università verde, viva e a misura di
futuro…