Da lunedì scorso, 21 luglio, in città c’è
una risorsa in più per difendere il nostro territorio.
Già, perché in via Carlo Rosa n° 5 (la
sede dei Giovani socialisti) è ufficialmente attiva “Colibrì A.t.a.s”, la nuova
associazione che già nel nome ha stampato il suo programma: tutela ambiente e
salute. E simboleggiato in modo perfetto dal colibrì, il più piccolo uccello
impollinatore ma anche quello che più di tutti difende l’ambiente, che qualche
tempo fa rischiava l’estinzione.
«Anche se ci siamo costituiti
ufficialmente soltanto la settimana scorsa, il nostro progetto va avanti già da
qualche tempo – spiega Francesco Antonio Caldarola, 50 anni, microbiologo
farmaceutico che si diletta anche come nutrizionista – e non ho difficoltà a
definirci una associazione pratica».
Pratica? «Si va sul territorio, lo si
fotografa immortalando quello che non va, e poi divulghiamo ai cittadini il
nostro lavoro informando loro cosa c’è e cosa c’è che non va e cosa devono fare
per rispettare l’ambiente che li circonda», sottolinea ancora il presidente
dell’associazione.
Sì, perché è come se a Bitonto ci fosse il «gusto del
proibito» (il microbiologo dixit), perché i cittadini vedono come un fatto
di moda buttare rifiuti e materiale inquinante e ingombrante in campagna, non
sapendo che il più delle volte esiste un efficace sistema di smaltimento, e
anche a basso costo.
«Nella maggior parte dei casi è colpa
della scarsa informazione che c’è sul tema – ammette Caldarola – ma la
gente va educata al cambiamento perché ambiente inquinato fa rima con salute
inquinata».
E per fare “pratica” i 20 (numero più
numero meno) membri di “Colibrì A.t.a.s” non lesinano la collaborazione di
guardie forestali, esperti ambientali, informatici. Insomma di tutti coloro che
«possono aiutarci a fare rete e squadra con le altre associazioni che si
occupano di tutela ambientale». E che hanno dato già una grossa mano il
mese scorso nella raccolta di pneumatici in molte zone dell’agro bitontino.
Deus ex machina dell’associazione è Franco
Mundo, consigliere comunale, presidente della 3°commissione consiliare
permanente, e da tanti anni esperto di tematiche ambientali.
«Il punto di partenza di questa
associazione si può ricercare nella nostra giornata di protesta in piazza
Massari a Bari per la discarica Ferlive (http://www.dabitonto.com/politica/r/discarica-di-materiali-ferrosi-pericolo-scongiurato-per-il-momento/1153.htm) – enfatizza Mundo – perché
ci ha dato un campanello d’allarme importante. È assolutamente fondamentale che
il cittadino sappia che cosa c’è nelle campagne, e anche per questo ci stiamo
battendo per la mappatura del territorio».
Territorio che purtroppo non avrebbe nulla
da invidiare alla Terra dei fuochi, «perché c’è lo sversamento e l’abbandono
illecito dei rifiuti che poi viene arso. E non è da escludere che parte del
materiale che troviamo nelle nostre campagne sia di provenienza forestiera,
come dimostra l’elevata presenza di amianto nelle campagne di Mariotto, in
proporzione ben più rispetto agli abitanti», arringa il socialista.
Che poi mette in
allarme proprio sul pericolo eternit, una priorità assoluta «e materiale che
non va assolutamente ridotto a pezzettini se abbandonato in campagna, ma che
può essere tranquillamente smaltito fai da te se si tratta di piccole quantità
da maneggiare con facilità». Basta avere una maschera facciale filtrante
monouso, tuta monouso antipolvere, guanti, vernice incapsulante, pompa airless,
nastro adesivo, etichetta di identificazione.
E poi, infine, il video della vergogna.
Poco più di 6 minuti di immagini girate ieri mattina dalla stessa associazione
nella zona vicina al depuratore e nell’agro dell’area di via Palombaio per
mostrare come rifiuti ingombranti, pneumatici, amianto, materiale di resina la
facciano ancora da padrone, nonostante meno di un mese fa alcune di
queste zone siano state ripulite.