(di Donato Rossiello, Nico Fano)
Solitamente proverbi e modi di dire affondano le radici nell’esperienza tramandata e nella cultura. Questo è quanto mai vero anche in ambiti di natura finanziaria. Con l’avvicinarsi dell’estate è ricorrente il detto “sell in May and go away”, ovvero “vendi a maggio e va’ via”. A chi non piacerebbe, per un po’, mollare tutto e godersi un bel cocktail su qualche atollo tropicale, oppure una bella birra ghiacciata con un pezzo di focaccia sulle spiagge di Pane e Pomodoro!?
Ma cosa vuol dire? Il motto appena citato deriva dalla letteratura: a maggio – di solito – i mercati azionari stornavano poiché gli investitori, incassando i dividendi distribuiti dalle aziende in quel periodo, andavano letteralmente in vacanza o quanto meno beneficiavano dei profitti appena ottenuti. Ecco il non celato consiglio di vendere le proprie quote entro il 31, essendo previsti dei repentini cali successivi.
L’uso del tempo passato, però, è doveroso; tali dinamiche non si verificano da circa un ventennio, essendo mutato drasticamente il ruolo della Borsa a livello mondiale. Indubbio affermare che essa rappresenti un campo di battaglia sempre più cruciale per le sorti dell’uomo. Nel farlo, ricordiamo quanto i veri terreni di scontro si siano spostati dalle trincee concrete ai mercati borsistici, dove le contese appaiono meno drammatiche e cruente ma non meno vitali.
E il 2020? Beh, considerando avvenimenti e andamenti verificati potrebbe essere un anno che conferma tale riecheggiante proverbio: lo scorso aprile è stato un mese estremamente positivo (segnando un rialzo come non se ne vedevano da anni) e l’estate si prospetta comunque volatile e insidiosa. Persino la scelta del rinomato imprenditore/economista Warren Buffett, il quale ha dichiarato di aver liquidato tutte le sue posizioni su varie compagnie aeree, sembrerebbe suggerire tale condotta. Nonostante l’insolito clamore mediatico del caso, specifichiamo l’importanza di considerare il contesto generale di crisi da Coronavirus che ha funestato quel settore, ora in estrema difficoltà, con l’aggiunta di una naturale tendenza a consolidare i profitti più in generale. Vanno valutati i casi specifici e i dati oggettivi.
Ad ogni modo, quest’anno potrebbe eccezionalmente rispecchiare quella convenienza “da vecchi antichi” di vendere titoli prima che giunga la calura. Non sarebbe poi male restare sonnecchianti su delle sdraio a distanza di sicurezza, magari beneficiando di un dissetante gelato al limone, con l’unico pensiero di essere destati dalle urla folkloristiche di richiamo da parte del gelataio in Apecar con guanti e mascherina. “A limuooòzze!”