Non accenna a placarsi lo stato di agitazione dei 22 lavoratori dell’Istituto “Maria Cristina di Savoia”, ormai in rotta di collisione con il consiglio d’amministrazione della Azienda servizi alla persona (Asp) bitontina.
Le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil, infatti, dopo i manifesti e le note stampa dei giorni scorsi (http://www.dabitonto.com/news/r/istituto-maria-cristina-di-savoia-stato-di-agitazione-per-i-22-dipendenti/2553.htm), non arretrano di un centimetro e continuano a chiedere ciò che gli spetta. Le mensilità di gennaio e, ormai, anche quelle di febbraio.
«Lo stato di agitazione dei lavoratori continua. Nessuna mensilità è stata pagata – fanno sapere dalle colonne de “La Gazzetta del Mezzogiorno” –e sono state attivate le opportune procedure legali per il trasferimento degli arretrati».
La situazione continua a essere incandescente, anche perché in effetti l’istituto non vive una agiata situazione finanzaria (colpa, secondo il presidente Giuseppe Elia, delle quote non versate da parte dei Comuni) e come se non bastasse, alcune attività che il Cda aveva promesso di far partire sono ancora bloccate, e le maestranze sono state accusate di scarso attaccamento al lavoro. “Offesa” che lo stesso presidente sta cercando di far rientrare in queste ore. Tutto questo senza dimenticare che il “Maria Cristina di Savoia” attende da ben 5 anni il rinnovo del consiglio di amministrazione.
Nel frattempo, la Regione e la Provincia, altri due enti legati all’istituto, continuano a essere latitanti, come dimostra la loro rumorosa assenza nella conferenza dei servizi di un paio di settimane fa.