In via
Dossetti sabato c’erano proprio tutti. I vertici politici della
città, quelli delle forze dell’ordine cittadine e provinciali, il
questore, e gente comune.
L’appuntamento
era da non perdere: nel giorno in cui il ministro dell’Interno
Angelino Alfano, in Prefettura a Bari, ha parlato di «situazione
critica in materia di criminalità a Bitonto, dove sono presenti
alcuni tra gli 11 clan più pericolosi della Provincia»,nella città dell’olivo si è
risposto con l’apertura della sede dell’Associazione antiracket,«dove – ha spiegato
il segretario Nuccia Capriglione – si farà ascolto e
aiuto degli imprenditori sotto il tiro del racket e delle estorsioni,
si organizzeranno convegni sul tema e si collaborerà insieme alle
forze dell’ordine e all’Associazione anitracket di Molfetta».
Inaugurazione,
quella di sabato, che è la conclusione di un percorso iniziato quasi
un anno fa, quando a Palazzo Gentile, il 19 novembre 2013, veniva
presentata l’Associazione. A guidarla è una donna, Angela
Castellano, già titolare di un esercizio commerciale preso dai
mira dal racket oltre che da continue minacce, vogliosa che «la
mia esperienza negativa diventi positiva e da esempio per gli altri,
perché è in questi casi che bisogna diventare amici e tutti uniti».
Già,
tutti uniti. Perché non
ci può essere antiracket senza responsabilità e senza comunità.Lo ha ricordato don Ciccio
Savino, rettore della
basilica dei Santi Medici, secondo cui «tutti devono
assumersi la responsabilità di diventare custodi del territorio e
abbandonare quella logica di appartenere a delle lobby. Perché
quando ognuno pensa a difendere sé stesso, il territorio finisce
inevitabilmente nelle mani della criminalità».
Ad
ascoltarlo anche Renzo Caponnetti, presidente dell’Associazione
antiracket di Gela, Tano Grasso, che nel lontano 1990 ha promosso la
Fondazione antiracket, e Renato de Scisciolo, responsabile
dell’Associazione di Molfetta.
Il
sindaco Michele Abbaticchio, invece, non ha lesinato risposte al
ministro Alfano («la città da decenni non ha mezzi e
risorse necessarie per combattere la criminalità, e spesso vive
nell’indifferenza di molta gente»), ricordando che «Bitonto
sicuramente ha tanti problemi, non sta vivendo un momento facile ma
sta cercando di rispondere passo dopo passo e giorno dopo giorno, e
quella di oggi (sabato per chi legge, ndr) è una di quelle. E
un’altra grande risposta sarà quella dei comitati di quartiere, che
saranno le nostre antenne civiche del territorio pronte a denunciare
quello che non va».
In
attesa che diventi una sede che si identifichi con l’intera città
(d’altronde, la vera sfida è questa), accanto ad Angela ci sono già
altre persone, perché l’Associazione ha un suo vicepresidente, Antonio Bari, un suo segretario, Nuccia Capriglione, e
12 soci fondatori: Claudia Pappapicco, Fiorella Carbone, Angela
Robles, Grazia Salierno, Vincenzo Marinelli, Giuseppe Verriello,
Emanuele Ruggiero, Vincenzo D’Aspro, Franco Antonelli.