«Abbiamo consegnato quattordici appartamenti di edilizia popolare. Un lavoro meticoloso durato anni. Siamo orgogliosi di aver reso felici quattordici famiglie. Ringrazio Arca Puglia e l’Ufficio per l’Urbanistica del Comune di Bitonto. Ma molto di più possiamo e dobbiamo fare per l’edilizia sociale».
Così, ieri, l’assessore all’Urbanistica Francesco Brandi ha comunicato una notizia che diverse famiglie attendevano da tempo. La consegna, appunto, di diverse case popolari in via Pietro Nenni, periferia di Bitonto, nella zona 167. Una consegna attesa da anni, sin da quando, a maggio 2018, fu annunciato l’avvio del cantiere per la costruzione degli alloggi. Cantiere che doveva essere consegnato l’anno successivo. Ma, in realtà, quegli appartamenti erano attesi da molto tempo prima. La loro realizzazione, infatti, è stata possibile grazie ai quattro milioni di euro del Piano Integrato Recupero Periferie (Pirp), recuperati anni prima dall’amministrazione Pice (1998-2008). Dopo anni di attesa, nella campagna elettorale per le amministrative 2017, il sindaco uscente (poi riconfermato) Michele Abbaticchio, insieme ai rappresentanti dell’ex Iacp, comunicò che gli alloggi popolari si sarebbero finalmente realizzati.
In realtà, la vera partenza dei lavori si ebbe il 14 luglio 2020, dopo la rinuncia della prima azienda assegnataria dell’appalto. Poi, con la pandemia, i tempi si sono allungati inesorabilmente, fino al 2023, quando la palazzina fu ultimata. Un altro anno, quindi, è andato via per le lungaggini dovute ai tempi di assegnazione. A contendersi quelle case, infatti, erano in 230.
«Quattordici famiglie, da oggi, hanno a disposizione una nuova e accogliente casa – è il commento del sindaco Francesco Paolo Ricci -. La casa è il luogo in cui nasce e cresce una famiglia ed è, per questo motivo, che la gioia di questi cittadini è la gioia dell’intera comunità. Occorre adesso continuare a lavorare, in sinergia con l’Arca Puglia Centrale, per far sì che i loro sorrisi possano essere presto i sorrisi di altre famiglie».
«Sono lieto di apprendere dell’avvenuta consegna. Sono momenti che ripagano di tanto lavoro» afferma, invece, Abbaticchio, ricordando le difficoltà di un’apertura avvenuta in piena pandemia: «I sorrisi di oggi fanno da contraltare al dolore accumulato in quella fase storica».