Se
da un lato c’è un grosso colosso industriale (Om Carrelli, e purtroppo non è
l’unico) che sta per chiudere definitivamente i battenti mandando 221
lavoratori a casa (http://www.dabitonto.com/cronaca/r/om-carrelli-elevatori-220-lavoratori-a-rischio-licenziamento-la-situazione-peggiora/3260.htm), dall’altro lato
c’è un’altra grossa azienda, la Bridgestone, che ha rischiato il fallimento, ma
che adesso è salva e anzi è pronta a ripartire. Due lati amarissimi della
stessa medaglia. E a pochi metri di distanza tra loro, nella zona industriale
di Bari – Modugno.
Il
colosso giapponese ha deciso di investire, infatti, poco più di 41 milioni di
euro nello stabilimento barese, con lo scopo di modernizzare l’unità produttiva
e riportarla alla capacità di 3,5 milioni di pneumatici all’anno.
I
soldi arriveranno da Invitalia, l’agenzia per gli investimenti, che erogherà 12
dei 41 milioni di euro a fondo perduto, per un accordo «che é doppiamente
importante – ha spiegato Domenico Arcuri, amministratore delegato
dell’agenzia – perché consente sia di rilanciare una grossa azienda che ha
passato un momento molto difficile, sia perché è una ulteriore conferma
dell’efficacia del contratto di sviluppo nel Mezzogiorno».
L’oneroso
investimento, insomma, sembra mettere davvero la parola fine all’odissea dello
stabilimento giapponese di Modugno. Soltanto un anno fa, infatti, veniva annunciata,
in video conferenza direttamente dal Giappone, la chiusura dell’azienda a fine
2014, con la conseguenza messa sul mercato di quasi 1000 dipendenti. Le
immediate proteste e le reazioni del mondo politico e sindacale, però, hanno
convinto i vertici aziendali a una parziale ma importante retromarcia e hanno
detto sì a un piano concordato di salvataggio.