Dopo la riunione di ieri tra Stato e Regioni sulla questione della lotta all’infezione da nCov 19 la collaborazione è più stretta. I 24 casi sospetti sono risultati tutti negativi al test per SarsCoV-2.
“Restano confermate tutte le disposizioni impartite in materia di prevenzione – ha detto Emiliano nel corso della conferenza stampa convocata per dare gli ultimi aggiornamenti – quindi si invitano tutti i cittadini provenienti dalle regioni in cui ci sono focolai (Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna) a contattare il proprio medico di Medicina generale o il dipartimento della Asl di riferimento territoriale”.
“Non avendo allo stato in Puglia la gestione di singoli casi o focolai ci siamo concentrati in questi due giorni a predisporre la metodologia nell’ipotesi si dovesse presentare il caso del paziente numero uno. In questa ipotesi, la Regione Puglia farà entrare in azione la rete delle unità operative delle malattie infettive: sono 8, delle quali l’unità delle Malattie infettive del Policlinico di Bari è hub regionale. La rete consta di 195 posti letto, dei quali 25 a pressione negativa ed isolamento. Questa rete entra in azione assieme alla rete di laboratori di microbiologia e virologia, che ha 8 nodi, tra i quali il laboratorio del Policlinico di Bari sarà l’hub per le analisi. A questi si potranno aggiungere altri laboratori presenti sul territorio. Tutti gli adempimenti che ci sono stati richiesti sono stati effettuati con puntualità e senza nessun problema e omissione. Ad oggi sono stati effettuati oltre 100 test SARS-COV tutti negativi, dei quali solo 10 sono stati segnalati al Ministero della Salute, e comunque alla fine sono risultati anche questi tutti negativi”.
“È evidente che il dispositivo di cui vi ho parlato nell’ipotesi in cui vi sia il caso uno è standard e può essere potenziato al bisogno – chiarisce Emiliano -. La preoccupazione deriva essenzialmente da una circostanza, che ho chiesto al presidente del Consiglio di chiarire bene a tutti gli italiani: si tratta di un ceppo che si aggiunge al normale picco influenzale c’è il rischio che per la velocità di contagio e per il sommarsi di due forme diverse di influenza ci possa essere un quantitativo di persone che si ammalano che è superiore a quello già altissimo di persone che si ammalano normalmente. E purtroppo normalmente gli individui più deboli di altri perdono la vita a causa della influenza ordinaria. Il coronavirus attuale non sembra avere allo stato una letalità maggiore rispetto a quella ordinaria. Abbiamo però l’impressione che se cresce improvvisamente il numero dei malati possa mandare in tilt il sistema sanitario nazionale. Questo è il pericolo”.
La presidenza del Consiglio dei ministri ha deciso di centralizzare l’acquisizione di tutti i dispositivi di protezione individuale e in particolare delle mascherine nelle due formulazione necessarie in capo alla protezione civile nazionale che le distribuirà regione per regione secondo le esigenze ed evitando il rischio di accaparramento. “Ringrazio tutti gli operatori che si stanno prodigando – ha detto presidente Emiliano ha anche ribadito: “Non chiamate il 118 per richiedere informazioni sul Coronavirus, il 118 serve a far fronte a tutte le altre emergenze che continuano ad esistere”.
Secondo il direttore del dipartimento Salute, Vito Montanaro “ad oggi abbiamo bisogno di circa 300mila occhialini protettivi e maschere ffp2 e ffp3 al mese. Questa richiesta, con i dati delle aziende sanitarie, la abbiamo trasmesso alla protezione civile nazionale perché proceda alla fornitura centralizzata. È chiaro che se si dovesse diffondere l’epidemia, i quantitativi cambierebbero”.