Nonostante abbia ufficialmente chiuso ieri i battenti, per l’”affaire tribunale” – si spera – non è stata ancora scritta la parola fine.
La vicenda, infatti, si è spostata attorno a due assi tra loro paralleli.
Da un lato, c’è il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri che non arretra di un millimetro la sua posizione e la sua decisione di dare una botta di scure alle sedi distaccate dei tribunali.
Dall’altro, ci sono 9 Regioni, tra cui la Puglia, che si aggrappano al referendum (domani la Corte costituzionale si pronuncerà sull’ammissibilità dei quesiti presentati) e alle norme contenute nel decreto “Milleproroghe” approvato a fine 2013.
E proprio mentre gli uffici giudiziari chiudevano trasferendosi a Modugno (prima di farlo tra qualche anno definitivamente a Bari), il Guardasigilli era a Maglie per prendere parte a un convegno ed è tornata sulla vicenda.
Sbattendo la porta in faccia a facili illusioni perchè «la riforma va avanti ma con alcuni correttivi che non riguardano l’ipotesi di una riapertura delle sedi chiuse, ma di personale e immobili. Ogni situazione ha una storia a sé e noi la stiamo focalizzando. Per il 95% dei casi la riforma è andata bene, non sta creando problemi e per il restante 5% si tratta di situazioni da puntualizzare, cui porre correttivi». Parole semplici, limpide ma che sanno di ennesime coltellate.
Le Regioni e i Comuni, frattanto, continuano ancora a sperare. E lo fanno grazie alla possibilità di «stipulare convenzioni per assicurare sino allo smaltimento dei procedimenti pendenti la sopravvivenza delle sezioni distaccate dei tribunali, a patto che le spese di gestione e manutenzione degli immobili e di retribuzione del personale di servizio oggetto delle convenzioni sono integralmente a carico del bilancio della Regione» (http://www.dabitonto.com/news/r/nuova-puntata-per-l-affaire-tribunale-l-alba-di-una-nuova-speranza/2234.htm),sancita dal decreto approvato in chiusura di 2013.
E gli enti in questione si sono già mossi, con il presidente dell’assise regionale Onofrio Introna che ha sondato la disponibilità dei sindaci a mettere mano al portafoglio, e con Michele Abbaticchio che ha subito risposto presente.
Ma potrebbe non bastare.
In attesa del referendum e della sentenza del Tar Puglia prevista tra un mese.