La Festa dei Santi Medici diventa occasione di bilanci sui servizi cittadini e anche sul messaggio che gli anàrgiri lasciano alla città tutta. Il sindaco Michele Abbaticchio ha provato a tracciare una sintesi della giornata di ieri ringraziando anzitutto i cittadini e quanti dalle città limitrofe (e non solo) hanno fatto visita nella nostra città. “Una festa che ha visto una portata immensa di cittadini e forestieri, di emigranti tornati sulla propria terra, di pellegrini e curiosi”, ha detto subito il primo cittadino.
“Vorrei ringraziare comandante della Polizia Municipale, le forze dell’ordine, le associazioni volontariato, gli operatori dell’Azienda ai Servizi Vari, perché senza di loro non riusciremo a reggere eventi di tale portata. Quest’anno abbiamo avuto qualche difficoltà in più, perché sono cambiate anche le regole della Asl e abbiamo dovuto trovare i fondi anche per pagare i servizi di assistenza sanitaria, cosa accadeva gli altri anni”
Altra nota dolens per il sindaco quella dei palloncini, che si erano vietati già diverso tempo fa con una ordinanza: “Dobbiamo migliorare, siamo riusciti a bloccarli in piazza XXVI maggio, ma c’è sfuggito in Piazza Caduti del Terrorismo. Vedremo come recuperare: sto cercando di spiegare ai cittadini che non vorrei limitare la festa, però abbiamo parlato più volte del danno che creano l’ambiente. Di certo in una folla così così fitta diventa anche difficile controllare tutto, però dobbiamo necessariamente fare richiamo al senso di civiltà”.
Ma ci sono anche diverse note positive: “Sicuramente la gente è stata serena e contenta di vivere una festa molto sentita, sicuramente più popolosa rispetto alla festa patronale. E poi c’è anche il carattere della internazionalità: i Santi Medici stessi hanno la capacità di narrare la loro lezione in modo assolutamente attuale. Basti pensare al tema che hanno scelto dalla diocesi e il nostro pontefice per la sua visita per il mediterraneo in tema di accoglienza e di integrazione in chiave europea: credo che i Santi Medici siano, nella loro esperienza, molto europeisti, molto legati a un messaggio universale”.