Immaginiamo che sia domenica pomeriggio.
Una chiamata improvvisa (per cause che non ci è dato indagare) obbliga un mariottano ad abbandonare per qualche ora la quiete del suo paese e a recarsi a Bitonto, cioè nel suo Comune di appartenenza.
Accidenti!
Il viaggiatore si ritrova sprovvisto di biglietto e anche il rivenditore è chiuso, poiché si tratta di un negozio di generi alimentari, che rispetta determinati orari e giornate di chiusura.
Nonostante l’oggettiva impossibilità di acquistare il biglietto, può accadere che al povero passeggero venga applicato il sovrapprezzo a bordo del pullman, che equivale al 100% della tariffa viaggio.
Eppure, ciò non accade ovunque.
Basta consultare i siti internet di alcune aziende di trasporti italiane per scorgere l’incongruenza significativa, a cui i residenti delle frazioni sono costretti da anni.
Siamo al Nord, nell’area lodigiana (un confronto inopportuno? Chissà). Sul sito di un’azienda di trasporto interurbano si legge: “l’obbligo di pagare il sovrapprezzo non sussiste quando nella località servita le rivendite sono chiuse per ferie”.
Stesso discorso vale per alcune tipologie di trasporto ferroviario: “Qualora, causa motivi tecnici, la biglietteria non sia in grado di emettere titoli di viaggio, questi possono essere acquistati direttamente a bordo, previo tempestivo avviso da parte del cliente al capotreno/autista-bigliettaio, senza il sovrapprezzo”.
È irrefrenabile, dunque, il desiderio di porsi qualche domanda più che necessaria.
È giusto applicare il sovrapprezzo, qualora l’esser sprovvisto di biglietto non dipenda dalla specifica volontà del viaggiatore?
Ancora, è legittimo che alcune aziende applichino un sovrapprezzo che è addirittura pari al 100% della tariffa viaggio?
Chi sorveglia su questa “legittimità”?
Anche su questo punto le perplessità non mancano.
Per esempio, guardiamo al trasporto urbano nella città di Gallipoli, a pochi passi da casa nostra: “La tariffa dei biglietti sul servizio urbano è di € 0,80 con applicazione del sovrapprezzo di € 0,20 per l’acquisto del titolo di viaggio sull’autobus”.
Del tutto inutile il paragone, poi, con il Nord Italia.
Un quotidiano on line, L’Eco di Bergamo, annunciò con clamore (sic) un sovrapprezzo sui biglietti dei pullman “fino al 50 % in più”…