Per la quarta candelina del nostro giornale telematico – che per l’occasione ha cambiato pure grafica – c’era davvero (quasi) tutto.
Il ricordo di quanto la nostra testata, il “daBITONTO” continua a fare da 34 anni con la sua versione mensile cartacea e da quattro con quella online, in una sorta di impegno etico verso la città.
Il ruolo del giornalismo del post villaggio globale, soprattutto quello di carta, che deve affrontare la dura sfida del web ma non per questo deve averne timori.
L’importanza, mai sopita e scomparsa, delle tradizioni popolari e del dialetto, purtroppo poco conosciuto dalle nostre generazioni.
Lo straordinario compito della comunicazione pubblicitaria e di quella d’impresa.
“Dalla zapp… a whatsapp: tutti i colori dell’informazione”, l’evento organizzato sabato all’istituto “Benjamin Franklin” (per l’occasione allestito con le più importanti prime pagine del mensile bitontino più anziano) non ha tradito le attese, insomma.
Il padrone di casa lo ha fatto il direttore del “daBITONTO”, Mario Sicolo, che ha ricordato come il giornale voluto e fondato da Franco Amendolagine nel 1983 abbia già nel nome la sua mission, e riesce a unire ancora oggi storia, idee e immagini attraverso un racconto preciso, puntuale e attento di quello che accade sotto i nostri occhi.
D’altronde il giornalismo è anche questo, soprattutto oggi. Deve saper raccontare le storie e arrivare all’anima. Ne è convinto anche Valentino Losito, presidente dell’Ordine dei giornalisti di Puglia, secondo cui “se il web inevitabilmente è memoria liquida di un tempo, il giornale di carta è la memoria solida della città. Siamo nel post villaggio globale, dove sappiamo tutto quello che accade nel mondo, ma non quello che ci succede vicino.
Internet ha creato comunismo dell’ informazione e la salvezza sta nella capacità di distinguerci e portare in casa delle notizie potabili.
Francesco Demichele, scrittore ed esperto cultore della civiltà contadina e del vernacolo bitontino, ha presentato la prossima iniziativa (otto numeri) collaterale del nostro giornale cartaceo: “Proverbi, detti e ironia della tradizione bitontina“, rivolto alle nuove generazioni che hanno poca dimestichezza con il dialetto. Si tratta di oltre 1.900 proverbi resi più appetibili e simpatici e che profumano davvero di storia, cultura e memoria.
Tutti ingredienti presenti anche in “Dalla china con amore – storie di grafica e pubblicità”, l’ultimo libro di Geppi De Liso, nel quale conduce un viaggio su quello che era, è e sarà la grafica pubblicitaria.
E lui, cresciuto con gli “Scritti corsari” di Pier Paolo Pasolini e con gli esempi di Bruno Munari, ha lanciato un messaggio non peregrino: “Oggi in cultura non investe più nessuno”.
Photo gallery a cura di Gaetano Lo Porto