All’interno delle Officine Culturali, la giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno Enrica d’Acciò con Piergiorgio Meola, Nicola
Napoli e Giusi Vitucci ha
presentato “La vendetta di Bacco”.
La rappresentazione teatrale andrà in scena il 15 e il 16 novembre nel
nostro Teatro. Gli spettacoli saranno alle 20.30 il 15, alle 18.30 e 20.30 il
16.
«Questa qui non è
una tragedia- ha specificato, sin dal principio, Piergiorgio Meola– , non è
“Le Baccanti”, ma “La vendetta di Bacco”. Se si piangerà, sarà per la
commozione di un finale inaspettato e positivo. Non c’è tristezza e
angoscia, ma azione, che è la cosa più importante».
Enrica d’Acciò ha
condotto la presentazione di “La vendetta di Bacco” e in particolare, del
regista Piergiorgio Meola, del protagonista Nicola Napoli e di una ragazza
facente parte del coro delle baccanti, Giusi Vitucci.
Quale la differenza tra la tragedia di
Euripide e la rappresentazione di Meola?
«La differenza è abissale- ha risposto Piergiorgio–, ma allo stesso
tempo minima perché i dialoghi tra Penteo e Dioniso, ad esempio, sono gli
stessi della tragedia. La mia non è una tragedia, dato il finale inaspettato».
E ha continuato a spiegare: «Ho fatto
molte ricerche soprattutto su Semele, madre di Dioniso, che è stata presa nelle
mani di Zeus. Dalla loro unione è nato Dioniso, un dio che non centra nulla con
il potere di Zeus e l’indole di Semele, un ibrido che ha ovviamente scatenato
l’ira di Era. Semele viene colpita da un fulmine e Dioniso, dopo essere
cresciuto di nascosto, viene allo scoperto e intende vendicarsi da umano, cioè
con la furbizia».
Il culto di Dioniso è curioso, è orientato sempre al buio
in quanto il dio pur essendo splendente, agisce sempre nelle tenebre o, trasversalmente, si può intendere dietro una maschera.
La sua vendetta non consiste
tanto nel riscattare la sua identità quanto nel voler salvare l’anima della
madre.
«”Le Baccanti” è un testo
difficile da mettere in scena- ci ha spiegato il regista-, soprattutto per il
coro. Dioniso l’ho visto come una nuvola, totalmente bianco e puro che nasconde
una malvagità sovraumana».
La moderatrice ha poi chiesto cosa ci fosse in
“La vendetta di Bacco” delle altre rivisitazioni della tragedia.
«Niente- ha specificato Piergiorgio-. Per me, ad esempio, un dio è eternamente giovane e non può essere rappresentato
come un anziano. E’ uno spettacolo che non viene da un’ispirazione classica, ma
è un’antichità più fantasy. Il testo è stato persino definito religioso, per
alcuni aspetti».
E Nicola Napoli,
chi interpreterà? «Io sarò Penteo- ci
ha risposto Nicola-e per abitudine nel mio lavoro d’attore
cerco sempre di ricreare ex novo il mio personaggio. E’ stato fatto un lavoro
per certi versi introspettivo sul carattere esuberante e vanitoso del
personaggio, che da dio si rivela esser nulla. Per me, Penteo lo si può
definire anche odioso e spero venga fuori il fatto che si sia innamorato di
Dioniso».
All’interno della tragedia il coro assume diversa importanza perché se inizialmente domina la
scena, via via assume un ruolo marginale: «Noi
ci distanziamo-ha affermato Giusi
Vitucci–dalla tragedia. Le Baccanti
sono seguaci di Dioniso, ma la storia si capisce anche da quello che fanno gli
altri. Siamo anche danzatrici perché questo è uno spettacolo di più ampio
grido».
«Nell’allestimento dello spettacolo Res Ludica si è occupata da sola di
tutto. Ciascuno di noi ci ha messo tanto impegno. Dopo il successo di “Love to
Die”, la compagnia, oltre a recitare in vernacolo, ha ampliato il suo pubblico
con rappresentazioni in prosa».
Il 15
e 16 novembre andrà in scena “La vendetta di Bacco”, in tre spettacoli:
sabato alle 20.30, domenica alle 18.30 e alle 20.30.
Per la prenotazione dei biglietti occorrerà
procedere su facebook, nella pagina dello spettacolo o contattando chi fa parte
di Res Ludica.
Perché i bitontini dovrebbero andare a
vedere la rappresentazione? «Perché
noi siamo una compagnia di sognatori-ci ha suggerito Piergiorgio–e i sogni li facciamo tutti. Raccontarseli,
poi, è più bello. Continuiamo a sognare ad occhi aperti insieme».
E ancora: «”La
vendetta di Bacco” è nata un anno fa, mentre andava in scena “Love to Die”.
Abbiamo avuto abbastanza tempo per prepararlo. Quando frequentavo l’accademia,
ho studiato molto il testo della tragedia e un docente voleva rappresentare
Dioniso come un Fiorello della Rai. Ho acceso una lite con il docente perché ho provato ad immaginare
diversamente il dio».
« Il professore mi disse che qualora fossi stato in grado
di rappresentarlo a mio modo Dioniso, avrei avuto la possibilità di aver
ragione. Adesso allora ho la mia vendetta», ha concluso il regista.
Lo spettacolo sarà un successo
grazie alle redini tenute da Gaetano
Napoli, direttore artistico onnipresente, il loro “genio della lampada”. E’
riuscito a creare sincronia tra gli attori della compagnia, ognuno con un’età
diversa.
«Gaetano Napoli dà il giusto
valore a tutti- ha affermato Giusi
Vitucci–e riesce a tenere tutto ben
saldo. Diventa un ragazzo anche lui quando è in scena. E’ il nostro motore».