Mentre alcuni bitontini preoccupati ascoltavano il responso dei tecnici dell’Arpa e le promesse del sindaco Abbaticchio, risaltava all’occhio aduso a decennali mestizie un panorama che definire desolante è prudente eufemismo.
Lì dove nascerà questa grigia stele della vergogna – già, perché sorgerà, è inutile prendersi in giro. Eppoi, il vero guaio non sono le onde elettromagnetiche, ma il fatto che sarà alto trenta metri e chiunque arriverà in treno dall’aeroporto, per esempio, chissà che idea si farà di Bitonto ? – c’era anche altro che rattristava.
Una scritta bianca, davvero candida, sul cordolo del rondò incriminato riportava il nome di una città sbagliata: ‘Bitontdo‘.
Come se ci fosse qualcosa che non va. Ma non da oggi.
Muri insozzati da sgorbi che nulla hanno a che vedere col graffitismo moderno, campi variamente incolti, sterpaglie che crescono folte nel bel mezzo di un marciapiede, cumuli di rifiuti tutt’intorno ad un terreno abbandonato, asfalto sventrato in voragini in più punti.
Di più: al di là dei binari della Bari Nord, non uno sportello bancario, non un pronto soccorso – “ma se non abbiamo più manco l’ospedale?” Qualcuno maligno obietterebbe -, non un supermercato.
Ancora, fogna e gas ricevuti dopo secoli e con esborso dei piccoli e medi imprenditori, gli occhi ciechi di troppi capannoni ormai vuoti di ditte traslocate non lontano da qui, il timore di attraversare questi stradoni di sera, sul tardi.
Ora, cari lettori, non abbiamo descritto una città distrutta da un bombardamento, ma la nostra Zona Artigianale.
Ebbene sì, di questo trattasi.
Non sarà un’antenna in più o in meno – ne hanno già un paio quei bitontini negletti laggiù, tanto per gradire – a cambiar loro la vita.
C’è che quello che doveva essere il cuore pulsante dell’economia di Bitonto è stato per troppi anni e da troppe amministrazioni dimenticato.
Ammirevoli sono gli artigiani che ancora resistono con le loro aziende ed il Comitato che prova a compattarli, ma la verità, nuda e cruda, è questa: quei bitontini si sentono abbandonati.
Punto.