«Ci
siamo mossi nella totale assenza di
collaborazione di tutti i testimoni oculari dell’omicidio che furono
sentiti nell’immediatezza e che ovviamente non hanno fornito nessun tipo di
indicazione, pur se l’omicidio è stato commesso a volto scoperto», è
questo il commento del dott. Luigi Rinella dirigente della
squadra mobile della Questura di Bari in merito all’omicidio del 31 enne Emanuele
Giampalmo nel marzo 2012, per cui ieri è stato arrestato il 25enne Francesco
Amendolara (clicca qui per saperne di più http://www.dabitonto.com/cronaca/r/omicidio-giampalmo-e-lotta-tra-clan-arrestato-un-25enne-ecco-i-dettagli/6028.htm).
Però, sebbene la realtà bitontina sia molto “vivace”, «ogni nuova dinamica viene registrata e
monitorata – commenta il Commissario di Polizia, Giorgio Oliva –: il messaggio
da trasmettere in ogni situazione è quello della collaborazione. È evidente che l’episodio dell’omicidio è maturato in un ambiente di tipo mafioso, in
un contesto conseguentemente omertoso e le difficoltà per le forze di
polizia e per le istituzioni per risolvere, dal punto di vista investigativo,
questi fatti è sempre molto faticoso».
«Come
per ogni fatto grave, di sangue, c’è una risposta se non immediata, inesorabile
da parte delle istituzioni perché c’è una sinergia tra Commissariato, Squadra
Mobile, altre forze di Polizia e con la Magistratura inquirente – continua
Oliva -: questo vuole essere un messaggio
di richiesta di fiducia verso le istituzioni da parte dei cittadini. Se la cittadinanza collaborasse, queste
risposte arriverebbero prima e in maniera più efficace».
«Bitonto è uno dei comuni più a rischio per
le penetrazioni criminali – conferma il Questore Antonio De Iesu -. Proprio qui si è inaugurata un’associazione antiracket, di esempio
positivo, per cercare di far emergere la disponibilità di imprenditori e
commercianti a collaborare e di chi è vittima a denunciare ed uscire allo
scoperto. Avere le istituzioni che siano da tramite e cuscinetto con le forze
di polizia è importante ed attesta l’importanza di una sinergia: l’invito, l’appello, è davvero a fidarsi
delle Forze dell’Ordine».
«A
Bitonto c’è una grande attenzione investigativa costante su ogni elemento si
cerca di dare una chiave di lettura e si cerca di raggiungere degli obiettivi.
Questo
è un esempio emblematico: per l’ultimo omicidio consumato in città c’è stato l’arresto
di un pericolosissimo killer già
agli arresti per un altro grave fatto di sangue in cui potevano essere
coinvolti anche cittadini innocenti e questo deve far riflettere per cercare di
stimolare i bitontini alla collaborazione».
«La
bontà dell’attività è sintomatica di come siamo “sul pezzo” assieme al
Commissariato di Bitonto: è uno di quegli omicidi che si risolve spesso in 24
ore, in questa occasione veramente in alcune ore perché immediatamente –
conoscendo le dinamiche bitontine – ha concluso il dott. Rinella– andammo subito ad individuare chi
potevano essere gli autori e fondamentale in queste indagini (cosa che spesso
non accade) fu fatto l’esame dello Stub (metodo
per rilevare la presenza di nitrati, possibili residui di uso di polvere da
sparo, sulle mani o sui vestiti di un sospettato, ndr) sugli individui: fu positivo, assieme ad altre attività tecniche
nell’immediatezza dei fatti, consentendo di blindare questo omicidio almeno per
l’autore materiale».