Mai come in questi giorni, forse, abbiamo avvertito il senso dell’ignoto e del limite. Ignoto è il nemico che ci minaccia. Il limite ci abita. E noi abitiamo nei limiti delle nostre case. Dalle finestre cerchiamo di guardare oltre le “siepi” che cercano di escludere i nostri sguardi dall’ultimo orizzonte. Abbiamo nostalgia di mare e di infinito.
Ma ci resta il prezioso dono della conoscenza. Quello che sta aiutando tanti medici e scienziati in tutto il mondo alla ricerca del vaccino per sconfiggere l’ignoto, superando il limite di tutti gli studi e gli esperimenti finora effettuati. E deve aiutare tutti noi a tenere l’animo vigile e la mente sveglia, per non farci rubare anche l’anima e portare via la speranza.
Grazie a padre Dante, che oggi giustamente celebriamo, per ricordarcelo con tanto meraviglioso ardore: “ ma misi me per l’alto mare aperto/ sol con un legno e con quella compagna/ picciola da la qual non fui diserto/…Considerate la vostra semenza:/ fatti non foste a viver come bruti/ ma per seguir virtute e canoscenza“. Inferno XXVI. (v.l.)