Ci sono giorni che nessuno può dimenticare.
Ora che sembrano lontani, ma neppur tanto, scavano ancora nella memoria ferita le ore passate nel carcere delle case, col morbo crudele nomato Coronavirus, che ci assediava invisibile e sterminatore.
Poi, se qualcuno lo ghermiva nelle sue spire letali, allora il fiato nostro restava sospeso, le notizie erano paurosamente in bilico fra speranza e disperazione, struggente era il timore che tutto finisse.
Così come capitò col caro, carissimo Ciccio Marrone, sorriso sempiterno, occhi lucenti d’allegrezza, un gigante col cuore pieno di sogni, il cantore delle gesta pallonare neroverdi.
La “Dama con i denti verdi” torva lo rapì a chi lo amava e credette di aver vinto. Ma non poteva mai sapere che chi ha vissuto secondo bontà e purezza resta eternamente dentro l’anima di chi lo ha avuto caro e continua ad illuminarne il cammino quaggiù.
Diventa qualcosa di più di un angelo custode, perché è presente ancora nel volo di una rondine, nel brillio di una stella, nel sussurro del mare, nell’eco di una parola che sa d’amore.
E dunque, Ciccio, l’altra sera, ha festeggiato il suo compleanno facendo da par suo – ovvero ritmata, appassionante, travolgente – la telecronaca da lassù di una partita fra gli amici di sempre Giuseppe, Emanuele, Michele, Saverio, i fratelli Marco, Massimo e Vito, Brunetto, Sasha, Pierino, un tuffo nel mare silente e la festa intorno al desco adeguatamente imbandito.
E così, un altro anno è passato, con la gioia di una condivisione, vera perché interiore, a vincere la nostalgia, che pure bussa alle porte dell’anima…