Altro che Asv, Sanb o qualche altro acronimo oscuro. E neppure le telecamere infallibili (?) che finalmente stanno beccando qualcuno. No, a Bitonto, hanno brevettato un modo sicuro per combattere gli sciacalli che abbandonano scriteriatamente rifiuti di ogni sorta nelle nostre amate campagne. Il metodo è antico come l’uomo: l’avvertimento. Già, un messaggio scritto magari con vernice bianca su un armadio dimenticato con forza inequivocabile. Di quelli che ti conviene capire subito, altrimenti gli autori tanto geniali quanto ignoti ti fanno presagire un futuro molto poco roseo. L’incipit è ruvido e diretto e fa riferimento ad eventuali propaggini occipitali dell’incivile anonimo, protuberanze dovute certamente alla piccola virtù della di lui consorte, che pure pare mescidare pratiche sessuali poco ortodosse e adultere con un impiego a sorpresa nelle Poste e telecomunicazioni. Insomma, la donna è una dipendente (da) statale, posto fisso da sempre invidiato. Tuttavia, la dantesca mano offre una ipotesi di salvezza all’improvvido barbaro, dandogli del voi e confondendo la congiunzione con un pronome personale. Ma la proposta è chiara: se la mugliera non è fedifraga, l’uomo viene invitato a portare via di la spazzatura e in un’atmosfera plurale è giusto che il verbo sia concordato con l’immondizia. Ecco, questo è il manifesto di “Bitonto per l’igene”, ma non certo per la i né tanto meno per la grammatica e la sintassi. Agonizzanti…