Il panico consiste in uno
stato di intensa paura che raggiunge il suo picco nel giro di circa dieci
minuti, caratterizzato dalla comparsa, spesso inaspettata, di almeno quattro
dei seguenti sintomi: palpitazioni, sudorazione, tremori, dispnea, sensazione
di asfissia, dolore al petto, nausea, sensazione di instabilità e sbandamento,
derealizzazione o depersonalizzazione, sensazione
di perdere il controllo, impazzire o morire, parestesie, brividi o vampate di
calore.
Il disturbo di panico può esordire in qualunque momento
della vita (ma più spesso tra i 20 e i 30 anni), all’improvviso e nelle
circostanze più insospettabili, mentre si sta compiendo un’azione assolutamente
banale che prima di allora non aveva mai creato problemi. In genere, il minimo
comune denominatore delle situazioni critiche consiste nel
trovarsi in luoghi da cui è difficile fuggire o nei quali non si potrebbe essere
soccorsi in caso di malore.
Inquadramento dell’agorafobia
Se l’intensa paura,
l’angoscia di morte imminente ed, eventualmente, i sintomi fisici di panico
insorgono selettivamente quando ci si trova al di fuori della propria
abitazione o degli ambienti di vita più rassicuranti, si parla di agorafobia.
Contesti tipicamente critici per la persona che soffre di agorafobia sono i
mezzi di trasporto pubblici e i luoghi affollati (chiusi o all’aperto), nonché
tutte le situazioni nelle quali può essere difficile chiedere aiuto o essere soccorsi
in caso di malore
Se oltre alla tensione psicologica, situazioni di
questo tipo scatenano un vero e proprio attacco di panico, viene emessa una
doppia diagnosi, ossia di “Agorafobia e Disturbo di panico”
Conseguenze del disturbo
Le
persone con disturbo di panico vedono la propria esistenza pesantemente
condizionata dall’ansia anticipatoria relativa alla comparsa di nuovi attacchi,
dagli evitamenti e dai comportamenti protettivi che mettono in atto per
fronteggiare la propria condizione. Spesso la persona colpita da attacco di
panico prova infatti a contrastarlo mettendo in atto una serie di strategie (ad
esempio, aumentando di proposito il ritmo della respirazione) o a prevenirlo
(ad esempio, evitando certi luoghi o facendosi sempre accompagnare da un
familiare). Queste manovre, tecnicamente conosciute con i nomi di evitamenti
non di rado peggiorano la situazione favorendo l’inasprimento delle sensazioni
del panico e un deterioramento globale della qualità della vita del soggetto.
Trattamento del Disturbo di di panico e dell’agorafobia
Terapia farmacologica
Per disinnescare le reazioni abnormi caratteristiche del disturbo
da attacchi di panico e/o dell’agorafobia e interrompere il circolo
vizioso negativo che moltiplica le situazioni da evitare è indispensabile
ricorrere ai farmaci. I composti più indicati per supportare il raggiungimento
di questo obiettivo sono gli antidepressivi.
Approccio psicoterapico
Per ottimizzare
gli effetti della terapia farmacologica e offrire alla persona che
soffre di Disturbo di panico e/o di agorafobia un efficace mezzo di
autogestione delle sensazioni sperimentate nelle diverse circostanze della vita
quotidiana è utile abbinare ai farmaci una terapia comportamentale indirizzata
al “decondizionamento dallo stimolo fobico”, ossia a sciogliere il
legame tra le situazioni critiche e la reazione ansiosa del paziente.
Questo approccio è particolarmente vantaggioso nella fase di consolidamento del
trattamento per ridurre la tendenza del paziente a evitare luoghi e situazioni
percepite come “temibili”. L’approccio comportamentale prevede che la
persona affetta da Disturbo di panico, anziché evitarli, si esponga
gradualmente agli eventi ritenuti stressanti, li analizzi con l’aiuto dello
specialista e li elabori in chiave positiva per far rientrare l’esperienza
vissuta in un contesto di normalità e affrontarla meglio in occasioni
successive. Pertanto il disturbo di panico
non equivale tuttavia a una condanna inesorabile e, se adeguatamente trattato,
evolve, in un numero significativo di casi, nella direzione di un sostanziale
recupero. Cari lettori per qualsiasi approfondimento vi aspetto su
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