Un nuovo movimento politico è in arrivo a Bitonto. Un movimento,
al momento ancora senza nome, che si propone di raccogliere l’esperienza amministrativa
maturata negli ultimi anni dai gruppi civici e di trasferirla in un unico
gruppo con che accolga persone con ideali e proposte in comune, per poi
presentarsi uniti e non frammentati.
Il nuovo soggetto ha iniziato a scaldare i motori sabato
scorso, con la prima assemblea organizzata per giungere ad un raccordo e ad una
elaborazione strategica dei propri obiettivi.
All’incontro hanno partecipato diversi esponenti di
liste civiche che hanno appoggiato in questi anni il sindaco Michele
Abbaticchio, a partire da Città Democratica e Progetto Comune, oltre che
esponenti di associazioni e mondo del volontariato, a cui i promotori hanno dichiarato di volersi rivolgere. A nome della costituente di
sinistra è inoltre intervenuto Dino Tafuto, di Rifondazione Comunista.
Lo stesso primo cittadino è intervenuto per dare il
proprio saluto ai promotori e per ricordare i successi ottenuti in questi anni:
«Abbiamo invitato la popolazione ad abbandonare un vecchio modello di
partecipazione passiva, un modello che comportava solo il seguire forum e
incontri, assistere ai consigli comunali. Tutto ciò non basta. I cittadini
devono sentirsi coinvolti. La città non è cambiata perché abbiamo messo l’illuminazione
a led in villa o perché sono sorti nuovi locali, ma perché si è riscoperta
comunità, ha riscoperto il bisogno di sentire proprio il territorio,
assumendosi responsabilità verso esso. Era questo il significato di “Diventiamo
sindaco” (lo slogan della campagna elettorale di quattro anni fa, ndr). È da
qui che bisogna cominciare, al di l del colore e del cognome dei sindaci. Ecco perché
abbiamo insistito sul partenariato pubblico e privato».
Ospite dell’assemblea è stato anche il professorGiuseppe Moro, docente di sociologia presso l’Università di Bari, che ha
ricordato come il vero problema delle esperienze di partecipazione cittadina il
vero problema è che questa ondata di partecipazione si esaurisce dopo il
periodo elettorale: «Sono venti anni che andiamo avanti così, ma avete mai
visto, ad un anno dalle campagne elettorali altri momenti di partecipazione? È naturale
che ci siano differenze tra il momento elettorale e quello decisionale, ma
quello che noi cittadini non capiamo è che non bisogna limitarsi al comunicare,
da parte degli amministratori, una decisione presa. È necessario spiegarne i
motivi ai cittadini, che poi saranno liberi di comprenderli o contestarli.
Quando i partiti funzionavano, succedeva proprio questo».
A condurre i lavori è stata il vicesindaco Rosa Calò,
che ha invitato i partecipanti a dividersi in gruppi di lavoro per condividere
meglio le idee sul futuro di questa nuova esperienza.