Il consiglio comunale di ieri ha dato voce anche ai dipendenti del “Maria Cristina”, che sono intervenuti attraverso una dichiarazione letta da Gaetano Vacca, un lavoratore, e rivolta all’assise cittadina. «A nome dei diciassette dipendenti dell’istituto» Vacca ha chiesto «che venga tutelato il primo dei diritti, il più sacro, sancito dalla nostra Costituzione, il diritto al lavoro» in modo tale da «portare a termine l’attività lavorativa utile per il conseguimento pensionistico».
La lettera cita poi un episodio degli anni ’90 in cui i dipendenti di una casa di riposo, soppressa, di Ruvo di Puglia furono riassorbiti dal rispettivo Comune. «Perché quello che è stato possibile altrove per noi è tanto difficile attuare tanto da tenerci sulle spine e senza stipendio per due anni?» si legge nello scritto, che cita anche «disagi di ogni genere in tutte le famiglie» dei lavoratori.
Nel paragrafo conclusivo, i dipendenti chiedono che venga assunta una «rapida decisione» per salvare loro la vita. Quindi minacciano «uno sciopero della fame e se sarà necessario» si legheranno ai cancelli di Palazzo Gentile «esposti agli occhi della cittadinanza». Infine, un monito nei confronti dei destinatari della dichiarazione: «Su voi tutti grava la responsabilità di quanto potrà accaderci e la volontà di accelerare i tempi perché non accada, non è più tempo di tergiversare».