«Gli amministratori locali sono coloro che hanno la straordinaria opportunità di vivere a contatto con i sogni, le ambizioni di una comunità. Quando quei sogni si realizzano, fare l’amministratore locale è il mestiere più bello del mondo».
Così, il sindaco uscente di Bari Antonio Decaro, intervenuto a Bitonto domenica scorsa, per proporsi alla città come candidato alle prossime europee dell’8 e 9 giugno 2024. Ad accoglierlo, l’ex sindaco Michele Abbaticchio, l’attuale primo cittadino Francesco Paolo Ricci e gran parte della coalizione di maggioranza.
«Buona parte di quel che abbiamo fatto per le nostre comunità l’abbiamo potuto fare grazie ai fondi europei – sottolinea Decaro -. I fondi europei sono importanti. L’Europa, da un po’ di tempo, la sentiamo più vicina, più amica. Un’Europa che ci tende la mano, come ha fatto negli anni della pandemia. Non era scontato che i paesi europei acquistassero i vaccini per tutti i loro cittadini. Non era scontato vaccinare prima le persone più fragili. Abbiamo seguito i principi del Manifesto di Ventotene, scritto da persone come Altiero Spinelli, che contengono i valori della solidarietà, dell’amicizia, della fratellanza, dell’accoglienza. Parole che sono state interpretate da grandi figure come David Sassoli».
«Grazie ai fondi europei sono state realizzate tante opere pubbliche per offrire migliori servizi e far crescere la comunità dal punto di vista economico e sociale – continua il sindaco metropolitano –. Mentre l’Europa ci tende la mano, il governo ci toglie risorse. Ci hanno tolto la decontribuzione per le aziende, che servivano a tante aziende del Sud a fare assunzioni ed erano utili a tanti lavoratori ad evitare di perdere il lavoro. Ci hanno tolto i soldi per le infrastrutture, con il decreto per le perequazioni infrastrutturali. Erano previsti 4,6 miliardi di euro. Ce ne daranno 890 milioni».
Non è mancato l’affondo al governo per la sua battaglia sull’autonomia differenziata: «Sarà durissima se non reagiamo. Lasciare alle regioni le sole risorse provenienti dalla fiscalità regionale sarebbe una tragedia. Già oggi non abbiamo gli stessi servizi e diritti, nonostante la costituzione italiana preveda che, indipendentemente da dove nasciamo, dobbiamo avere gli stessi diritti. Già oggi non è così e lo vediamo dalla lunghezza delle liste di attesa nelle strutture sanitarie pubbliche, dalla frequenza dei mezzi pubblici. A Bari si aspetta 40 minuti, mentre a Bologna e Firenze, città grandi come Bari, con lo stesso numero di residenti, si attende venti minuti».
«Giorgia Meloni dice che l’autonomia differenziata servirà a responsabilizzare gli amministratori del Sud. Noi non abbiamo bisogno di essere responsabilizzati» è l’affondo del primo cittadino barese: «A Bologna e Firenze danno 40 milioni di euro per i trasporti pubblici. A Bari 20 milioni. Date 40 milioni anche a noi così anche qui si aspetterà per venti minuti. Non abbiamo bisogno di essere responsabilizzati. Abbiamo dimostrato di avere una classe dirigente che sa fare il proprio dovere. Ci diano le risorse e le infrastrutture e noi possiamo diventare polo per l’innovazione tecnologica, del turismo, come del resto già stiamo diventando. Già adesso creiamo talenti e capacità. Le persone potrebbero anche decidere di andare fuori a lavorare, ma dovrebbero farlo per scelta, non per necessità. Questo lo possiamo fare se avremo le possibilità che hanno le altre regioni italiane».
«Non possiamo creare un’Europa sempre più unita, che in Italia c’è chi il Paese lo vuole dividere e vuole abbandonare il Sud ad un destino che sembra ineluttabile ma ineluttabile non è» conclude Decaro, citando don Tonino Bello: «Non scoraggiatevi. Anche se è buio intorno. Non tiratevi indietro, anche se avete la percezione di camminare nelle tenebre. Bisogna forzare l’aurora a nascere, credendoci. È l’unica violenza che vi è consentita».
«Noi proveremo a forzare l’aurora, a contrastare l’autonomia differenziata e a portare il Sud, con la testa alta, in Europa».