Cinque
anni fa (con Berlusconi presidente del Consiglio), alle ultime elezioni
europee, l’allora Popolo della libertà sbancò sia a Bitonto che in
Puglia attestandosi ben oltre il 40%.
Circa 60 mesi dopo la situazione è un po’
diversa: il Pdl si è disgregato, Fini non c’è più e gente come Alfano, Schifani, Bonaiuti e Cicchitto ha deciso di lasciare la casa madre per (tentare
di) mettersi in proprio.
Ma
non per questo, gli “azzurri” si sentono battuti, e anzi sono pronti a dare
come sempre battaglia. E Domenico Damascelli, anima bitontina di Forza Italia e
vice presidente provinciale vicario, ai taccuini del “daBITONTO” lo dice senza
infingimenti, «perchè c’è anche tanta brava gente che non ruba, che è
onesta, che ha passione e spirito di
sacrificio che nessuno Scajola o Dell’Utri di turno potrà mai oscurare».
Perché
votare Forza Italia. «Siamo l’unico partito di riferimento sia per chi è di
destra sia per chi è di centrodestra – esordisce l’ex vicesindaco – è quello
tradizionale, è quello che fa capo al suo leader storico. Lo dimostra il fatto
che si sono riconosciuti sotto il nostro simbolo anche i liberali, la destra
sociale, Gasparri, Matteoli, Storace. E poi non dimentichiamo che in politica
contano i numeri, e noi siamo l’unica forza che ha i numeri per rappresentare
gli italiani».
«E’ vero che abbiamo avuto scissioni negli ultimi mesi – sottolinea
Damascelli – però siamo sicuri che gli elettori, a differenza dei politici,
non tradiranno e continueranno a votare il centrodestra e quindi Forza Italia.
Obiettivo
dichiarato: difendere la nostra terra. «Ci impegneremo per difendere con il
coltello tra i denti e battendo i pugni sulle scrivanie istituzionali la nostra
terra, le nostre economie e le nostre ricchezze. In Europa le maggioranze
spesso si creano al momento, e proprio grazie a queste maggioranze trasversali
nate per difendere precisi obiettivi (per intenderci: i progetti portati avanti
da Sergio Silvestris e Paolo de Castro, ndr) che in questi 5 anni siamo
riusciti a difendere l’agricoltura, la Politica agricola comune (Pac),
l’integrazione per gli agricoltori, la promozione dell’olio nelle scuole.
Perciò fare il parlamentare europeo è diverso da esserlo nella propria
nazione».
No
in ginocchio dalla Merkel. «La Merkel non è a capo del Partito popolare europeo(il grande gruppo dove a Bruxelles confluisce Forza Italia, ndr), e
perciò noi non andremo a inginocchiarci a lei, perché l’Italia ha innanzitutto
i propri interessi politici e non deve chiedere il permesso a nessuno per
adottare precisi provvedimenti politici ed economici. Vengono prima gli
italiani e poi tutto il resto».
Non
si esce dall’Euro. «Abbiamo
sempre detto che purtroppo l’euro non ha portato grandi benefici agli italiani
– ragiona Damascelli – perché il cambio ci ha penalizzato. Ma
delle scelte precise andavano fatte nel 2002 per capire se era opportuno o
meno. Oggi ci siamo dentro, ed è complicato dopo 12 anni uscire fuori perché
metteremmo in crisi il sistema Italia. Dire “usciamo dall’euro”, dunque, è una
cosa azzardata».
Grillo?
Lascia il tempo che trova. All’ex vicesindaco l’ondata dei 5 stelle non fa paura,
nonostante la rabbia della gente. «Il nostro avversario è l’astensionismo,
perché storicamente chi vota destra non si reca alle urne quando è arrabbiato,
la protesta e il centrosinistra. Però, a oggi, non abbiamo ancora ascoltato la
proposta che questi movimenti di protesta vogliono portare in Europa. Non basta
essere arrabbiati, ma è fondamentale che l’Italia risorga e rinasca».