Dopo la proclamazione dei 18 eletti, è già
tempo di pensare al futuro per il Consiglio metropolitano di Bari, e i primi
due impegni sono lo statuto e la squadra di governo che affiancherà il sindaco
metropolitano Antonio Decaro.
Che, nel frattempo, già lancia promesse: «Voglio
prendere con tutti voi (eletti, ndr) l’impegno di redigere lo statuto
entro il 31 dicembre e voglio farlo proprio con i cittadini dell’area
metropolitana di Bari». Ma sullo statuto, la legge Delrio, in realtà,
afferma che il termine ultimo per approvarlo è il 30 giugno 2015, pena “la procedura
per l’esercizio del
potere sostitutivo”.
Il primo
cittadino di Bari, inoltre, nega ancora una volta che il nascente ente sarà
contraddistinto da “baresità” (nonostante 1/3 degli eletti sia del capoluogo),
bensì da “molteplicità”, e afferma che «il primo Consiglio metropolitano si
svolgerà entro fine mese a Poggiorsini, il Comune più piccolo della ex
Provincia e il più lontano da Bari». E chissà se l’argomento all’ordine del
giorno sarà veramente quello della sicurezza stradale così come richiesto dal
sindaco di Acquaviva Davide Carlucci (http://www.dabitonto.com/cronaca/r/i-sindaci-metropolitani-incalzano-il-capo-decaro-urge-un-piano-per-la-sicurezza-stradale/4418.htm) e avallato
proprio da Decaro.
E piccole e grandi manovre già
sarebbero in corso per definire la squadra di governo, soprattutto il
vicepresidente. Secondo il Corriere del Mezzogiorno di ieri, tra i
papabili ci sarebbero Alfonso Pisicchio, il più suffragato in termini di voti
ponderati in area centrosinistra, e che spera di ottenere la delega di vicario;Domenico Vitto, sindaco di Polignano e Michele Abbaticchio, in pole qualora
Decaro volesse assegnare la carica a un non barese.
Ancor prima di insediarsi, però, la
Città metropolitana si ritrova già ad avere in mano un bel gruzzolo di soldi e
di fondi da dover gestire. Il 31 dicembre, infatti, la Provincia lascerà in
eredità al nuovo ente ben 350 milioni di euro da dover utilizzare per strade,
viabilità, edilizia scolastica e cultura, e che da via Spalato non hanno mai
potuto utilizzare per colpa del patto di stabilità.
Ma non finisce qui, perché
l’istituzione guidata da Francesco Schittulli lascia in eredità l’Auditorium“Nino Rota”, che ben presto tornerà alla luce dopo 20 anni e il Museo
archeologico di Santa Scolastica, il cui primo lotto sarà consegnato il 31
ottobre.
Senza dimenticare, poi, l’orchestra
sinfonica, il cui destino è ancora tutto da definire.