Sulla
carta poteva essere un Consiglio comunale utile perché, forse, poteva farci
capire qualcosa in più sull’ex ospedale civile cittadino, attualmente ridotto a
poliambulatorio di 2° livello.
Invece,
così non è stato. I motivi? Assenza del direttore generale della Asl di Bari,
Domenico Colasanto (avvisato, pare, soltanto lunedì mattina alle 11.58 tramite
Posta elettronica certificata), e assenza (perché non invitati) dei vertici
regionali, assessore alla Sanità in primis.
Normale,
poi, che è stata un’assise come tante: futili polemiche, (ri)cronistoria della
morte annunciata del nostro ex nosocomio per capire di chi sono le colpe,
ricordare le promesse mancate, inutili e strumentali diverbi politici. Il tutto
per 3 lunghissime ore. Però, c’è un risultato.
Certo: l’istituzione di una
commissione permanente che monitori la situazione attuale dei servizi sanitari
cittadini, si interfacci con la Regione e la Asl, faccia le sue proposte. E che
inizierà lunedì il suo lungo cammino.
Ma
dal Consiglio comunale di ieri ci si doveva aspettare di più. Non fosse altro
perché rimetteva al centro, dopo alcuni anni, la questione ospedale. Ex, poiché
ormai adesso è un Centro servizi sanitari territoriali, che non riesce a poter
usare al meglio i macchinari per la Tac perché manca personale, con un Punto di
primo intervento che non svolge le mansioni che dovrebbe, che nei giorni scorsi
ha perso altri tre infermieri (due proprio nel Punto di primo intervento, e un
altro nella sala operatoria), che potrebbe vedere ridimensionato il laboratorio
di analisi a semplice punto prelievo. Che ci avevano promesso che sarebbe
diventato Poliambulatorio di terzo livello, e che invece continua a essere di
secondo.
Bitonto, poi, resta sempre sede di distretto, ma è stata accorpata a
Grumo, Toritto, Cassano, Acquaviva, Sannicandro e Binetto, senza dimenticare
Palo del Colle.
«Paghiamo
troppe promesse che ci hanno fatto e poi non hanno mantenuto – arringa
Francesco Mundo, Psi, e primo richiedente dell’assise di ieri – e nonostante
questo la città si è dimostrata all’altezza perché non ha fatto barricate
mentre perdeva il suo ospedale, ma che adesso rischia di diventare periferia
della città metropolitana».
L’esponente socialista, poi, chiede all’emiciclo
di redarre un documento comune da presentare ai vertici sanitari regionali.
Giovanni
Ciccarone (Progetto Comune), invece, dopo uno scrupoloso excursus storico, si
dice convinto che «Bitonto deve restare sede di distretto».
Polemiche,
invece, arrivano dal Partito democratico, con Natilla che chiede al sindaco
perché non abbia invitato i vertici regionali, e che fine abbia fatto la
questione di quei suoli di via Michelangelo da cedere alla Asl.
Ricci, invece,
si domanda l’utilità di un Consiglio comunale senza la presenza di
interlocutori che non possano recepire eventuali proposte e documenti. Chiede,
perciò, che venga rinviato tutto e ci si aggiorni dopo un tavolo tecnico con
chi di dovere. Poi la grave accusa ad Abbaticchio: «Su un ambito
strettamente personale e del coinvolgimento dei consiglieri, l’ex sindaco Valla
si è comportato meglio».
Abbaticchio
respinge le accuse e contrattacca: «Questo Consiglio comunale è stato
convocato per ricordare e ribadire che la Regione ci aveva fatto delle
promesse. Ho incontrato due volte l’allora assessore regionale alla Sanità
Ettore Attolini, che mi aveva ribadito che avrebbe attivato il day service al
nostro ex ospedale e che avrebbe implementato i
servizi ambulatoriali specialistici così come stabilito nel 2010. Ma questo non è
successo, e allora ho scritto una lettera a Colasanto in cui gli chiedevo di
realizzare a Bitonto un poliambulatorio di 3° livello e di dar adito a quelle
promesse. Perciò dobbiamo realizzare un documento in cui da un lato ribadire
quello che si è fatto in questi due anni, e dall’altro capire il da farsi se
gli impegni tardassero ad arrivare».
L’assessore
al Welfare Francesco Scauro si auspica che «Bitonto sia trattata con
dignità», mentre il capogruppo di Forza Italia, Domenico Damascelli, dopo
aver attaccato il presidente della Regione Nichi Vendola per gli impegni non
mantenuti, chiede ad Abbaticchio di impegnarsi con tutte le forze per andare
contro il governo regionale.
Dopo
tre ore di discussione, finalmente si trova il bandolo della matassa. Con un
accordo trasversale maggioranza – Partito democratico (poi accettato e votato
da tutti), si decide di nominare una commissione paritetica permanente (formata
da esponenti politici, associazioni di volontariato e rappresentanze dei medici), che monitori la
situazione attuale dei servizi sanitari cittadini e che all’occorrenza sia
propositiva.