Compleanno
amministrativo per il sindaco Michele Abbaticchio ed il suo esecutivo. Il 1°
giugno di 12 mesi fa, infatti, l’ex dirigente comunale si è insediato ufficialmente
a Palazzo Gentile. Da allora, eventi, iniziative, problemi, errori, cose non
fatte e ancora da fare. Che rivive in esclusiva per il nostro quotidiano.
Sindaco
Abbaticchio, lei 12 mesi fa diventava primo cittadino. Il suo motto è stato
“Liberiamo Bitonto”. Bitonto è davvero liberata?
Sotto
alcuni aspetti lo è, perché quel motto era legato al pensiero di una città che
non poteva crescere, che non si poteva sviluppare e riappropriare delle proprie
piazze. Senz’altro, con i comitati di quartiere che presentiamo nel prossimo
Consiglio comunale, con le feste patronali appena svoltesi, e con i ragazzi che
non hanno più paura di camminare nel centro storico ed anzi ci investono pure,
qualcosa è stato raggiunto. Si è passati da una concezione di una Bitonto
chiusa con il coprifuoco dopo le 21, ad una Bitonto completamente diversa anche
nel modo di viverla.
Come è
cambiato nel modo di fare rispetto ai tempi in cui era dirigente comunale?
Mentre
da dirigente pensi soltanto all’atto in sé ed alla programmazione, come sindaco
a tutto questo aggiungi il lavoro sul fatto emotivo, comunicativo e ad essere
il più vicino possibile alla gente. Che però ha capito che sto interpretando il
ruolo nel modo più sincero e più sentito possibile, anche se a lungo andare
questo potrebbe diventare un limite.
Il 9
maggio di un anno fa, a “Comuni italiani.it” ha dichiarato che le priorità per
il territorio sarebbero state occupazione, ambiente, sicurezza. Cosa è stato e
come è stato fatto?
In
campagna elettorale ho sempre parlato di sicurezza leggera, perché per altri tipi di sicurezza deve essere il
commissariato di polizia ad occuparsene, con il questore ed il prefetto. E’
chiaro però che come Comune dobbiamo contribuire ad aiutare le forze
dell’ordine, attraverso manifestazioni di sensibilizzazione alla legalità,
progetti nelle scuole, lotta al commercio abusivo, lotta contro le case da
gioco, ed anche, per quello che è possibile, con la repressione.
Per
quanto riguarda l’ambiente, questo è un anno di transizione perché la legge
regionale ha un po’ stravolto le cose e ci impedisce di fare investimenti sulla
raccolta differenziata. Però ci siamo posizionati nel modo giusto per fare
qualcosa di positivo anche in questo settore, come dimostra la vicepresidenza
dell’Ato rifiuti provinciale di Bari, costituzione di una società unica con i
Comuni che fanno parte dell’Aro di Bari, progetti già avviati per la Lama
Balice e quelli che portiamo in Consiglio comunale sulle piste ciclo pedonali.
Sull’occupazione, io non ho mai promesso posti di lavoro perché come ente
locale posso essere soltanto ricettivo delle politiche nazionali e creare più
servizi possibili in tal senso sul territorio affinchè possa essere attraente
per le imprese. Per l’occupazione di sussidiarietà, abbiamo creato però uno
sportello lavoro che ha dato risposta al 25% delle domande arrivate.
Una
sensazione che è emersa quest’anno è quella di una giunta che sembra essere
troppo “sindacale”, con lei che è sindaco ed assessore ai Lavori Pubblici,
Urbanistica, Pianificazione strategica, Fondi Strutturali. Possiamo parlare di
sindaco “factotum”, a discapito degli assessori?
Non
penso di aver creato un disegno politico per dare vita ad una giunta sindacale.
Ho già spiegato perché ho deciso di tenermi le deleghe di Urbanistica e Lavori
Pubblici. Il problema è che abbiamo una giunta che ha due caratteristiche molto
forti: equilibrio politico ed umiltà a livello operativo.
Questa
umiltà, però, fa essere gli assessori poco furbi perché tendono a non
comunicare quello che fanno. Non ritengo, allora, di essere più bravo degli
altri. Forse so solo comunicare meglio, e sono un po’ più “tecnico” di loro.
Si può
parlare di una sorta di distacco, anche come operato, tra giunta comunale e
Consiglio comunale?
I
Consiglieri comunali sono molto importanti, ed è in Consiglio che abbiamo
approvato il regolamento del centro antico e vareremo presto altre misure. E’ chiaro
che non essendo politici di professione, paghiamo a volte errori di tatticismo,
strategia e furbizia, ma non vanno però a ledere i risultati e l’operato che si
fa per la città.
Restando
in tema di Consiglio comunale, il capogruppo Pd Francesco Paolo Ricci vi ha
“rimproverato” di pensare soltanto agli eventi e non alle piccole cose. Cosa
risponde?
Non mi
sembra che sia così, perché in tema di piccole cose abbiamo pensato al parco giochi
della villa comunale, ai controlli sugli escrementi canili con la convenzione
con l’Enalcaccia, la pulizia continua all’obelisco di piazza Marena,
investimenti importanti sulla illuminazione, che la gente vede giustamente come
un diritto.
Ricci ci
rimanda all’opposizione. Come la giudica in quest’anno?
L’opposizione
fa il suo lavoro. Cerca di esporre critiche, che a volte sono generali,
generiche, con giudizi forse a volte poco dettagliati, e che oscillano tra va
tutto male e quelli che io preferisco in cui spiegano cosa va bene cosa va
male. Si sentono poco coinvolti? Purtroppo abbiamo il problema delle
commissioni consiliari che non sono ancora state sbloccate.
Tornando
indietro, nominerebbe esattamente la stessa giunta, Murgolo compresa?
Il problema
della Murgolo è chiaro: Lei è partita con un progetto ben specifico che
prevedeva un dirigente all’ufficio del settore Territorio. Questa persona (Turturro, ndr) è arrivata ed insieme hanno iniziato a lavorare. Poi, però,
per fatti che non si potevano prevedere, questa persona è andata via ed è
normale che Marinella (Murgolo, ndr),per quanto brava e competente poteva essere, purtroppo non firma gli atti, e
questo non si realizza, diventando poi un problema di carattere generale. Ed è
stato a questo punto, venendo meno persone importanti, che ha deciso di dare le
dimissioni. Non mi sento assolutamente di metterla alla gogna.
Per gli
altri assessori, vale lo stesso discorso.
Come ha
impostato il rapporto con la città in questo primo anno?
Sinceramente,
ho temuto tantissimo che i cittadini potessero gettare la spugna con le
sparatorie, gli scippi e le rapine continue durante i primi mesi, alle quali sinceramente non posso
oppormi più di tanto. Però mi ha fatto piacere che, anche con questi episodi,
la gente mi ha visto sempre come punto di riferimento anche quando ho avuto un
po’ di paura a salire sul palco durante alcune manifestazioni, come il concerto
in piazza Cavour. Anche oggi, quindi, ricevo incoraggiamenti e attestati di
stima e ciò mi fa andare avanti.
In questi
12 mesi, quanti e quali errori ha fatto il sindaco Abbaticchio e la sua giunta?
Qual è, invece, il risultato di cui andare più fiero?
Gli
errori sono stati fatti, ed è normale che si facciano quando si lavora. Non ci
sono, però, errori compiuti per fini interessi politici personali perché tutto quello
che è stato fatto è solo per il bene della città. Però ritengo che parlare di
errori a questo punto sia prematuro, perché quello che può essere un errore
oggi può rivelarsi positivo domani, e viceversa. Sono molto contento, invece,
dei fondi comunitari intercettati, in quanto 6 milioni rappresentano un fatto
tecnicamente anomalo considerando che ci siamo basati solo sui residui presenti
in attesa della nuova programmazione. Il centro antico è un altro grande
risultato, così come aver creato il partenariato pubblico – privato che ci sta
aiutando tanto sotto il profilo delle iniziative presentate.
Il
momento più brutto?
Non
avevo assolutamente previsto le dimissioni di Turturro, una persona che io ho
fortemente voluto e che invece è stato costretto ad andarsene. La sua scelta ci
ha un po’ sconvolto i piani sulla questione urbanistica, perché stavamo
ottenendo risultati importanti e che invece sono un po’ rallentati, anche se
adesso il dirigente Puzziferri si farà valere sotto questo punto di vista.