Ieri sera, in piazza Aldo Moro, è stata la serata dei “perché”.
La coalizione del sindaco uscente Michele Abbaticchio (come anche quella di Emanuele Sannicandro e di Carmela Rossiello, mentre Cataldo Ciminiello e company hanno scelto il salotto della città, piazza Cavour) ha spiegato ai bitontini, per l’ultima volta prima del voto di dopodomani, quali sono i motivi per ridare fiducia all’attuale inquilino di Palazzo Gentile.
E il concetto rimbombante è stato uno: continuità per tutto quello che è stato fatto in cinque anni. Per la loro idea di città. Per abbandonare definitivamente la paura del “LiberiAMO” Bitonto e proiettarsi davvero verso il futuro.
E poi anche per il programma che “è rivolto alle persone” ha sottolineato Rocco Mangini, assessore al Marketing territoriale uscente e candidato alla carica di consigliere.
“Ci sono – ha poi proseguito – alcuni miti da sfatare: il centrosinistra è qui perché per cinque anni quest’amministrazione ha fatto scelte di sinistra, anche impopolari. E rimettere uomo al centro della politica è di centrosinistra. Abbaticchio uomo solo al comando? Lo dicono perché è bravo a governare, e a detta di tutti è il sindaco più amato perché ha vissuto come un martire. Come ci può essere un uomo solo al comando quando nel 2012 è stato votato da 18mila bitontini e questa volte ci sono dieci liste ad appoggiarlo? Noi vi chiediamo continuita per quello che abbiamo fatto in cinque anni. Noi abbiamo parlato solo di noi, uomini e donne e non di guerre civili perché non ci interessano”.
Abbaticchio, invece, ha ripercorso in pillole quello che è stato il mandato a Palazzo Gentile. “Cinque anni avevamo da sconfiggere la paura di non essere mai abbastanza e di sentirci oppressi. I primi due anni non ho dormito molto perché non volevo deludere i bitontini, e nel frattempo l’elemento più duro era vedere che sempre più gente credeva nel nostro progetto. Noi non ci siamo stupiti dei dati sul turismo (più 223 per cento negli ultimi anni, ndr). Non ci siamo stupiti del campo ristrutturato di via Togliatti. Non ci siamo meravigliati di essere stati scelti come città dei Cortili aperti in Puglia. Il nemico da vincere non è la paura, e noi vogliamo essere la Capitale italiana di tutti e che il popolo di Bitonto creda veramente di essere nella città Capitale della cultura”.
Si chiude con Steve Jobs: “Votate voi stessi, applaudite la vostra follia e continuiamo a cambiare Bitonto”.