Lui si chiama Savio Schiavone, ha appena vent’anni e da grande vuole fare il cantante. Come nome d’arte ha scelto “El Chapo”, «brano che mi ricorda il brano “El chapo jr” del rapper italiano “Capo Plaza” che mi ha ispirato», ci ha detto subito.
«Faccio rap da poco più di un anno, ma mi è sempre piaciuto e ho sempre provato a scrivere canzoni. All’inizio non davo molta importanza a questa passione, perché pensavo a divertirmi con gli amici nel mio quartiere e basta».
Savio, abiti in un quartiere particolare della città, la cosiddetta “periferia”, nella 167…
«È una zona in cui sto bene perché ho passato la mia infanzia, ci sono stati i primi litigi, ho avuto la mia prima fidanzata – ci dice –. Quella zona che per molti è “brutta”, è casa mia e anche in un piccolo mondo, esiste un grande mondo: nessuna zona è diversa dall’altra. La mentalità è uguale dappertutto, è quello che ho provato a far capire nel mio ultimo brano».
Da bambino hai sognato da sempre di fare il cantante?
«Da bambino volevo fare il calciatore – ride -. Dopo diversi anni ho capito che per farlo ad alti livelli ci vuole davvero tanta fortuna e ho appeso le scarpe al chiodo. Ora il mio sogno più grande, che non abbandonerò mai, è quello di fare il cantante: so che è difficile, ma ce la metterò tutta. La musica fa parte di me».
Quindi quando hai cominciato?
«Beh, ho cominciato a scrivere quasi due anni fa e lo scorso anno ho pubblicato il mio primo pezzo sul mio canale YouTube con molta ansia: avevo paura del giudizio della gente. Ma la paura durò 24 ore e mi dissi: “Se vuoi che questo progetto vada avanti, devi essere sicuro di te stesso”. Così ci sono stati anche altri brani, uno in cui ho persino duettato con “Emez” un rapper – e amico – di Roma».
I brani si chiamano “Cambierò” e “Dissing” e ci sono anche dei videoclip…
«Sì, è importante comunicare anche con le immagini la propria musica. Tra i giovani funziona tanto».
Un piccolo simbolo musicale, così giovane: porti dentro tanta responsabilità…
«La parola musica per me equivale alla felicità: per me scrivere un pezzo è come scrivere un libro. Dentro c’è il sogno che tutti lo leggano e capiscano il contenuto. Parlo di me stesso, della vita che faccio, racconto del posto in cui sono nato, con chi sono cresciuto, delle cose che la gente non sa veramente su di me…»
Video: LUCA CUTRIGNELLI Rec, Mix & Master: BLACKROOM STUDIO